“Con una proposta di rinvio dell’applicazione della norma elettorale senza il famigerato listino, si sono volute confondere le idee ai cittadini della Basilicata. L’enfasi, i giubili, la corsa alla primogenitura in sede di approvazione dell’eliminazione del listino vengono, di fatto, vanificate e si fa marcia indietro per paura di dover andare a votare qualora la Corte istituzionale dovesse dichiarare nulla detta legge. Il popolo lucano avrebbe voluto che questo rischio fosse stato corso da tutti pur di eliminare una pratica ritenuta vizio della partitocrazia più becera e degli accordi sottobanco. Ieri, in Consiglio regionale, non ha vinto la volontà del popolo lucano che avrebbe voluto vedere, almeno per una volta, questa classe dirigente politica prendere coraggio ed osare”.
“In Consiglio – prosegue Mollica – ho chiesto che le norme di rinvio, a periodi successivi nella loro applicazione, potessero avvenire per voto nominale affinché la gente, in occasione delle prossime elezioni, possa fare distinzione fra chi ha rispetto della volontà popolare e chi invece questo rispetto non lo ha affatto. Non si comprende perché si deve procrastinare l’entrata in vigore di una norma anziché annullarla del tutto, considerato che, se una nuova norma dovrà essere fatta nei prossimi cinque anni, si dovranno tenere in considerazione del proprio intento, come dichiarato da tutti, temi e modalità per legare il consigliere al territorio e proporre l’applicazione della parità per poter permettere al Consiglio di avere più donne al proprio interno. A tal proposito è assordante il silenzio tenuto anche dalle stesse donne in Consiglio regionale dove, ieri, è stato fatto un solo e timido intervento dalle signore presenti (e qualcuna è addirittura fuggita), che ha posto l’accento sulla questione della compilazione del listino reintrodotto con nominativi femminili”.
Inoltre – continua Mollica – ci chiediamo se è necessario riproporre la filosofia con cui il listino, nella sua originaria formulazione, nasceva per individuare delle personalità che potessero dare al Consiglio regionale persone di qualità che non verrebbero mai elette attraverso il voto ed il consenso. Da oggi, invece, si riapre il ‘mercato delle vacche’. Si riaccendono i litigi e gli accordi sottobanco per poter avere un posto nel listino che serve a sistemare equilibri e intrallazzi che nulla hanno a che fare con il senso nobile che i lucani chiedono alla politica. Si è scritta una brutta pagina, chiunque seguisse i lavori dei Consigli regionali se ne accorgerebbe, è chiara la sconfitta dell’applicazione della democrazia di cui ha molta sete la gente lucana.
“Se la campagna elettorale inizia con questi presupposti – conclude Mollica – la prossima legislatura sarà più caotica di quella che sta per terminare, con le grandi ammucchiate che si profilano all’orizzonte dove si inseriscono partiti che nulla hanno a che spartire con altri, con visioni sulle questioni che sono diametralmente opposte ed in cui di tutto si discuterà tranne che della risoluzione dei problemi della gente lucana”.