“La scure dei ministri Tremonti e Gelmini sta per colpire ancora la scuola lucana: secondo fonti sindacali nel prossimo anno scolastico le scuole della Basilicata perderanno il 5,18 per cento degli insegnanti, che è persino al di sopra della media nazionale (intorno al 4 per cento)”. E’ quanto sottolinea il neo consigliere regionale Giannino Romaniello (Sel), citando dati diffusi dai sindacati secondo i quali sarebbero 25.558 i posti di insegnante che dal primo settembre prossimo verranno cancellati dal Miur per effetto della politica di ridimensionamento degli organici della scuola prevista nella penultima Finanziaria.
“Una cifra considerevole, fortemente contestata dalle stesse organizzazioni sindacali durante gli incontri tenuti al ministero negli ultimi giorni, ed aggravata da ulteriori 15.000 tagli di personale non docente (amministrativi, tecnici ed ausiliari). In attesa delle cifre ufficiali del Ministero che sarà possibile avere con l'imminente circolare sugli organici (verrà emessa entro il 22 aprile), l’attenzione – continua Romaniello – si concentra, soprattutto, sugli insegnanti, molti dei quali perderanno la supplenza dopo diversi anni di servizio, interrotta solo in prossimità del termine dell'inizio dell'anno scolastico: si perderanno 22.018 in organico di diritto (contratti di supplenza sino al 31 agosto) e 3.540 in organico di fatto (sino al 30 giugno)”.
“Il sacrificio maggiore verrà chiesto ai docenti della scuola superiore, dove per effetto della riforma si perderanno ben 13.746 posti. Sono dati – aggiunge il consigliere di Sel – che richiedono un adeguamento dell’iniziativa da parte del Governo regionale che intanto, in questi giorni, è chiamato ad accelerare le procedure per l’avvio delle attività integrative didattiche con il diretto coinvolgimento dei docenti precari che non hanno avuto una cattedra nell’anno scolastico in corso. Si tratta di alcune centinaia di insegnanti che non possono più attendere e non comprendono gli ostacoli burocratici, risultato dell’ennesimo scontro tra Regione e Ufficio Scolastico Regionale, che impediscono l’attuazione del Programma della Regione”.
“Quanto, invece, ai nuovi tagli che si profilano – conclude Romaniello – è la conferma che questo Governo sta distruggendo il sistema di istruzione, formazione e ricerca pubblica. Vuole superare uno dei moderni diritti costituzionali, il diritto all’apprendimento garantito per tutti e la possibilità di fare ricerca. Questo Governo vuole andare ad un controllo politico e alla mercificazione dei saperi”.