“Al tempo della tecnica, risulta doloroso apprendere, da numerose segnalazioni ricevute in questi giorni, che gran parte del patrimonio, non solo librario, della Biblioteca Provinciale di Potenza, si trovi da oltre un ventennio nel sottotetto di un capannone industriale del capoluogo di regione”.
È quanto sostiene Pietro Simonetti, presidente del Centro studi e ricerche economico-sociali, che in una nota ricorda come “la biblioteca fu inaugurata il 20 settembre 1901, oltre cento anni fa. L’on.le Racioppi e tanti illustri intellettuali si autotassarono per fondare la biblioteca. Oggi questi autori si ritroverebbero ‘ospiti’, cosi come Croce e Pagano, in un deposito industriale di Riofreddo. I primi nel sottotetto e i secondi al piano terra. Anche per la cultura c'è una gerarchia della dissipazione per incuria e dissennatezza. Di chi? La Biblioteca Provinciale, nonostante l'impegno appassionato degli operatori e degli addetti ai lavori, è protagonista da tempo della transumanza. Dal 1991 è stata prima trasferita a Rione Lucania, poi in via Vescovado, per approdare infine, e solo in parte, in via Maestri del Lavoro. L'altra parte del patrimonio riposa appunto, secondo le segnalazioni, nel capannone industriale dismesso”.
Simonetti ricorda che “sono 130 mila i volumi della biblioteca. Le spese per i due contenitori si aggira attorno ai 110 mila euro anno. Dopo il lungo calvario fatto di trasferimenti a colpi di inscatolamento e riposizionamento, i lavori per la realizzazione della Bibliomediateca provinciale, (circa sette milioni di investimenti) sono fermi".
“Non c’è solo questo”, a parere di Simonetti. “Anche la moderna e ristrutturata Bibliomediateca del Consiglio regionale non è pienamente utilizzata (uso interno e su appuntamento e revoca degli abbonamenti a riviste e collane). Un vero peccato per tanti giovani studenti che vorrebbero conoscere la vita delle Istituzioni e il loro lavoro. Ci sono anche aspetti positivi. La Biblioteca Nazionale di Potenza ha recentemente allargato la sfera dei servizi, mentre continuano le attività della importante Biblioteca di Matera e di tante altre istituzioni. Ma anche l’Università di Basilicata – sottolinea il presidente del Centro studi – fatica a traferire i testi nella nuova sede. Crediamo che tocchi all’assessore Vincenzo Viti convocare un incontro con le parti per una rinnovata iniziativa sul piano di lettura, libri, giornali e rete (perché non finanziare anche il giornale in classe?). I fondi ci sono: nelle poste Fesr e Fse. Usiamoli – suggerisce Simonetti -. Si potrebbe superare anche i ritardi accumulati per la costituzione del Centro regionale di documentazione decisa nel quarantennale della Regione, per l’uso e la gestione del vasto patrimonio documentale e librario sparso negli archivi e negli uffici, ma non consultabili”.
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