Caschi refrigeranti, unanimità per mozione di Vizziello e Zullino

D’iniziativa dei consiglieri Vizziello e Zullino, la mozione sottoscritta da tutti i consiglieri, prevede misure dirette a garantire i caschi refrigeranti per le donne sottoposte a trattamenti chemioterapici

Approvata la mozione a firma dei consiglieri Vizziello e Zullino su Misure dirette a garantire i caschi refrigeranti per le donne sottoposte a trattamenti chemioterapici”. La mozione sottoscritta da tutti i consiglieri è stata licenziata all’unanimità

In premessa si dice chein Italia i tumori rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, dal momento che i dati ISTAT relativi all’anno 2019 rilevano 179.305 decessi per tumori (99.384 maschi e 79.921 femmine), mentre nel Rapporto “I numeri del cancro in Italia 2021” si stimano, per il 2021, 100.200 decessi da tumore nei maschi e 81.100 nelle femmine, con un aumento del numero di decessi (0,6% per i maschi, 2,0% per le femmine) in linea con il progressivo invecchiamento della popolazione. il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (il 30%) è un tumore mammario. Sono 55.700 le nuove diagnosi di tumore della mammella nelle donne stimate nel 2022 e 12.500 i decessi verificatisi nel 2021 per effetto di tale patologia. Dagli inizi degli anni novanta si osserva una moderata, ma costante diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-0,8-1,4% all’anno), attribuibile soprattutto all’anticipazione diagnostica della malattia per effetto della maggiore efficacia delle campagne di screening, oltre che ai progressi terapeutici. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore alla mammella è oggi pari in Italia all’88%, dato che influenza sensibilmente quello relativo alla sopravvivenza con riferimento a tutte le patologie tumorali e che è migliore nelle donne (65%) rispetto a quella degli uomini (59,4%). Purtroppo in Italia ogni giorno più di 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno, anche se i dati relativi all’annualità 2020 stimano in circa 3,6 milioni le persone in Italia con pregressa diagnosi di tumore, delle quali ben 834.200 sono donne che vivono nonostante una pregressa diagnosi di carcinoma mammario. Tali risultanti sono l’effetto dei progressi compiuti sul versante della prevenzione delle patologie oncologiche che consente diagnosi precoci e delle cure sempre più appropriate in chirurgia, radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia e terapia mirata o “target”. Le malattie oncologiche oltre ad avere un notevole impatto sanitario, sociale ed economico coinvolgono la totalità dell’esistenza della persona e della famiglia, determinando cambiamenti che concernono molteplici aspetti: il rapporto con il proprio corpo, la sessualità, le relazioni familiari ed i ruoli dei suoi componenti, i rapporti sociali e il proprio ruolo nella società, in particolare per quel che concerne il lavoro. La patologia neoplastica e i suoi trattamenti possano avere profonde ripercussioni sulla sfera psicologica del paziente e dei suoi familiari e possano causare una sofferenza multidimensionale definita dalla comunità scientifica mondiale con il termine di distress. La caduta dei capelli, sia essa parziale o temporanea, rappresenta senza dubbio uno degli effetti collaterali più temuti da coloro che si sottopongono a trattamenti antitumorali ed ha un notevole impatto psicologico, specialmente per le donne. Vedersi senza capelli o con molto meno capelli rappresenta spesso un promemoria della propria condizione di malati oncologici, minando l’autostima e rappresentando un evidente segnale di malattia per le altre persone.

La mozione considera che “autorevoli studi scientifici internazionali pubblicati già da anni, hanno confermato che l’utilizzo di un apposito casco (Artic Heat), in grado di raffreddare il cuoio capelluto immediatamente prima e nel corso del trattamento, si è rivelato un valido strumento contro il problema dell’alopecia grazie al restringimento dei vasi sanguigni che irrorano la cute e così permettono di limitare gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici responsabili della caduta dei follicoli peliferi. In particolare uno studio degli oncologi del Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma ha dimostrato che l’uso del caschetto refrigerato è efficacia contro l’alopecia secondaria nel 68 per cento delle pazienti affette da tumore al seno in stadio iniziale o localmente avanzato e sottoposte a chemioterapia neo adiuvante o adiuvante. Anche la Food and DRUG Administration(FDA), vale a dire l’ente americano che regolamenta l’uso dei farmaci e dei dispositivi medici, dopo aver precisato che l’uso dei caschi refrigeranti non è applicabile a tutti i pazienti e tipi di tumore, ha approvato l’utilizzo di questi dispositivi perché raffreddando il cuoio capelluto durante i trattamenti di chemioterapia riducono la perdita dei capelli indotta da detto trattamento”.

“Detti dispositivi (caschi refrigeranti) sono già utilizzati – rileva la mozione – da molti ospedali italiani, anche per effetto di donazioni private, ed hanno ottenuto buoni risultati nel contrasto dell’alopecia secondaria che, talvolta viene considerata dagli oncologi un problema marginale, ma in realtà è fonte di ansia e stress per i pazienti, laddove autostima e fiducia sono fattori determinanti del successo contro le patologie tumorali. Impedire o limitare la caduta dei capelli per effetto delle cure chemioterapiche somministrate ai pazienti oncologici rappresentano tappe fondamentali del percorso di umanizzazione delle cure, che consente ai pazienti di accettare meglio le terapie e di mitigare l’impatto psicologico provocato dalla diagnosi di tumore”

Tanto premesso, considerato e rilevato, il Consiglio Regionale impegna la Giunta regionale:

Ad attivarsi al più presto al fine di fornire alle Aziende sanitarie e agli ospedali della Basilicata le risorse finanziarie necessarie all’acquisto dei caschi refrigeranti e dei connessi apparecchi elettromedicali, al fine di garantire a tutte le donne in trattamento chemioterapico e/o radioterapico la possibilità di contrastare la perdita dei capelli determinata dalle terapie antitumorali. A garantire all’interno delle strutture sanitarie dotate di detti dispositivi la presenza di unità di personale sanitario specializzate, al fine di assicurare l’utilizzo dei caschi refrigeranti secondo i migliori standard di qualità, efficacia e sicurezza”.

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