“In tema di estrazioni petrolifere, la CGIL ha sempre espresso un giudizio molto critico circa i reali effetti benefici per l’economia del territorio, quanto meno rispetto all’incremento dei livelli occupazionali.
Ciò che registriamo oggi, a circa 20 anni dall’inizio dell’attività mineraria, è infatti il mancato decollo socio-economico dell’area e il conseguente clima di sfiducia delle popolazioni locali, sempre più insofferenti nei confronti di ENI e delle altre Compagnie petrolifere, ma anche rispetto alle Amministrazioni locali ed alla classe politica in generale”. Lo afferma in un comunicato Mario Fulco della Cgil Camera del Lavoro Val d’Agri.
“Abbiamo più volte sollecitato – prosegue – l’apertura di un serio tavolo di confronto tra le parti al cui Ordine del Giorno si ponesse il punto dello sviluppo dell’area.
Abbiamo spesso richiesto ad ENI di portare il proprio Know-How tecnologico in Val d’Agri e di dare piena visibilità e attuazione alla mission della Fondazione Mattei, affinché davvero si creassero le condizioni ottimali per uno sviluppo di cui ancora non intravediamo traccia. E’ stata posta, da più parti, anche e soprattutto dalla CGIL., la questione ambientale, quella legata alla salute dei cittadini, la necessità di un serio sistema di monitoraggio dell’ambiente e di un protocollo di sicurezza per i lavoratori e le comunità locali, in caso di incidenti che pure sono frequenti nella zona industriale. Si è molto discusso sulla esigenza, non più rinviabile, di fare ricorso ad un contratto di sito che garantisca maggiormente i lavoratori interessati ai processi di subentro nelle commesse ENI; un punto questo su cui la CGIL ha lottato e sta lottando concretamente da tempo. Restiamo costernati, invece, nel constatare che uno strumento di tutela così importante, sia ancora considerato un valore da conquistare piuttosto che costituire la premessa necessaria di ogni futura trattativa con le Multinazionali del petrolio; eppure sul punto avevamo riscontrato un comune sentire da parte di molte Amministrazioni locali e della stessa Provincia di Potenza che hanno deliberato favorevolmente sul tema ma i cui atti amministrativi restano tuttora privi di azioni pratiche.
Di fronte a questo scenario, – aggiunge Fulco – riteniamo utile e non più rinviabile una seria riflessione su cosa ne sarà della Val d’Agri quando le attività estrattive avranno fine. Il petrolio è una risorsa esauribile, a termine, mentre la nostra agricoltura e la nostra vocazione turistica, unitamente alle altre potenzialità del territorio, rappresentano economie rinnovabili e da rilanciare”.
BAS 05