Cia su diminuzione aziende agricole

“Duecentosessanta imprese agricole lucane in meno nel giro di tre mesi e più di ottocento in meno nel giro di un anno.
L’agricoltura lucana continua a pagare da una parte la totale assenza di misure a sostegno del settore e dall’altra i forti ritardi di attuazione del PSR 2007-2013 e l’inefficacia di misure di politica agricola”. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi da Unioncamere, che registrano 260 aziende agricole cessate tra luglio e settembre (185 in provincia di Potenza e 75 in quella di Matera) a fronte di 78 iscritte con un totale di 19.265 imprese attive (al terzo trimestre 2010 le imprese attive erano 20.006).
“La situazione del comparto è davvero pesante -spiega la Cia- ma la politica sia nazionale che regionale sembra non accorgersi della gravità della situazione. La manovra varata dal governo ha totalmente ignorato l’agricoltura, e anche dalle prime indiscrezioni sul decreto Sviluppo non risulta alcun provvedimento a favore del settore primario. Eppure oggi 3 imprese su 5 hanno bilanci in ‘rosso’ e la scelta irresponsabile di non intervenire sui problemi della categoria rischia di mettere fuori mercato altre 350 mila aziende. Già alle prese con costi sempre più proibitivi, redditi falcidiati dalla crisi e scarsi guadagni.
Solo ad agosto -ricorda la Cia- gli imprenditori agricoli hanno dovuto sborsare l’11,4 per cento in più per i mangimi, il 22,2 per cento in più per l’energia elettrica, il 7,8 per cento in più per i concimi e il 6,3 per cento in più per i carburanti. Di contro, a settembre i prezzi pagati ai produttori hanno perso l’1,1 per cento rispetto al mese precedente, con una brusca flessione degli ortaggi (meno 10,6 per cento), in buona parte attribuibile ai ribassi delle patate (meno 20,1 per cento).
Quanto agli interventi messi in campo dalla Regione, dobbiamo registrare il comportamento di numerosissimi titolari di aziende che sono costretti a rinunciare al contributo previsto dai Bandi PSR perché non in grado di soddisfare la richiesta di investimento ulteriore con proprie risorse finanziarie non potendo far ricorso al credito bancario”.
“A questo contesto già complicato -aggiunge la Cia- si aggiungono anche le difficoltà del negoziato sulla Pac post 2013”.

BAS 05

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