Inaugurato a Potenza il primo ciclo di incontri di carattere scientifico nel campo della storia programmati dalla Deputazione lucana di Storia Patria. Il Professor Antonio Lerra, presidente dell’organismo, ha dato il via al primo appuntamento tenutosi presso la Sala dell’Arco nel Palazzo di città, annunciando la cadenza mensile dei prossimi incontri. “La Deputazione lucana apre le porte alla società civile, ha detto Lerra. Tale programmazione scaturisce dalla necessità di rendere maggiormente fruibili le risultanze della ricerca scientifica, di avvicinarla al mondo circostante valicando il fossato che la separa, di far conoscere meglio la storia della nostra città”. Irrobustire identità storiche e superare un “convulso indistinto in cui ognuno può occuparsi di tutto” sono gli altri due principi che sottendono al fitto calendario, propedeutico alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il “Decennio francese nel Mezzogiorno” è stato il tema al centro dell’incontro, tenuto da Angelantonio Spagnoletti, professore ordinario dell’Università di Bari e autore di numerose pregevoli pubblicazioni. Partendo da Pasquale Villani, considerato lo storico “apripista” sugli studi dell’età napoleonica, Spagnoletti ha illustrato l’importanza di quegli anni sull’intero assetto politico, istituzionale, sociale ed economico del Meridione italiano. Focalizzato il ruolo fondamentale di Napoli, vetrina mediterranea secondo lo storico inglese Davis, qui vennero concepite riforme di grande valenza e innovative, che avrebbero facilitato l’attuazione di nuove riforme da parte di Napoleone in Spagna. Dunque l’età napoleonica non interessò solo il Mezzogiorno, ma l’Italia intera e anche l’Europa, facendo nascere un confronto spontaneo tra Napoli e Milano e tra queste e le altre città europee. I dieci anni del dominio francese hanno al loro interno fasi differenti: 1806-09 è il periodo dell’impianto del nuovo regime; 1809-12 sono gli anni della stabilizzazione dove intorno a Gioacchino Murat si crea un consenso generalizzato; 1813-15 sono gli anni dell’emergenza durante i quali si affronta la campagna di Russia. “Sono gli anni, questi del decennio, in cui la nazione è desiderata, in cui è forte la necessità che si trasformi in Stato, ha dichiarato Spagnoletti. L’importanza del periodo napoleonico risiede anche nel processo di nazionalizzazione che maturerà i suoi frutti cospicui negli anni della Restaurazione”. Il periodo francese rappresentò una grande operazione di modernizzazione del Mezzogiorno, investendo tutte le strutture istituzionali, economiche e sociali. Tra i primi effetti di questo intenso processo vi fu l’eliminazione del potere feudale, operazione significativa non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello politico perché significò rimuovere centri di potere alternativi a quello centrale. Altra novità fu la selezione della classe dirigente con l’introduzione dei principi di censo e delle competenze, al posto di quello basato sul ceto. Importanza decisiva venne attribuita dai napoleonidi al territorio amministrativamente organizzato. La creazione delle Province, dei distretti, dei capoluoghi, attribuendo agli enti locali competenze specifiche, celano un’opera di ridisegno del territorio, come una nuova organizzazione dei centri di potere. Soprattutto il decennio costituì un periodo di grande impulso alle città capoluogo e Potenza divenne capoluogo della Provincia di Basilicata nel 1806, togliendo il titolo a Matera. Insomma il rinnovamento fu totale. La città non fu più organizzata intorno alle parrocchie, bensì intorno agli edifici pubblici, vennero soppressi gli ordini religiosi e trasformati in sedi di istituzioni civili e militari. Potenza vide nascere la sede dell’Intendenza, impiantarsi una divisione militare, affermarsi una politica di lavori pubblici con la costruzione di strade e la “riattazione” di edifici, la creazione di scuole, l’istituzione di Tribunali. Pochi anni ma intensi, quelli della dominazione francese, che alimentarono proteste e opposizioni da parte delle popolazioni locali confluite nel fenomeno del brigantaggio. “Il decennio francese come periodo in cui si ha il primato dell’amministrazione, ha concluso Spagnoletti. Dal punto di vista delle trasformazioni politiche, fu sicuramente lo spartiacque nella storia dell’Italia meridionale. Ogni ricostruzione del Risorgimento non può non partire dal periodo napoleonico”.
(E.B. -BAS01)