“Anche i dati sulla cassa integrazione del mese di marzo relativi alla Basilicata confermano che la timida ripresa economica non produce effetti positivi sull’occupazione. Infatti questo mese, con oltre 1.161.000 di ore complessivamente autorizzate, fa registrare il picco più alto da quando è iniziata la crisi economica”.
E’ quanto si apprende da una nota della Uil di Basilicata.
“Per ritrovare valori simili – si legge – occorre ritornare indietro. A marzo 2010 5 lavoratori attivi lucani su 100 (pubblici e privati) sono stati messi in cassa integrazione.
Sono questi i dati più significativi del quindicesimo Rapporto Uil sulla cassa integrazione, aggiornato a marzo 2009.
Sempre in Basilicata, tra marzo 2009 e marzo 2010, l'incremento totale del ricorso alla cig è del 111,4 per cento con un incremento record per la straordinaria, pari a più 350,8 per cento, mentre la ordinaria registra un aumento del 45,4 per cento. La platea complessiva di lavoratori lucani interessati agli ammortizzatori sociali è di 6.835 unità, un numero quasi doppio rispetto a marzo 2009 (più 3.601 unità), di cui 3.686 operai interessati all'ordinaria e 3.149 alla straordinaria più alla cig in deroga. A livello provinciale l'incremento annuale più alto (marzo 2009-marzo 2010) si segnala in provincia di Potenza (pari a 224,6 per cento di ore complessive erogate)”.
Guglielmo Loy, segretario confederale Uil e Carmine Vaccaro segretario regionale Uil Basilicata commentando i dati del Rapporto sottolineano che “l’alto numero di lavoratori interessati segnala, con tutta evidenza, come molte aziende abbiano ormai terminato il periodo di cassa ordinaria e attingano a “piene mani” dalle altre due gestioni (straordinaria e deroga).
Crediamo – dicono Loy e Vaccaro – che non è più rinviabile la riforma complessiva dell’intero sistema degli ammortizzatori, anche alla luce della recentissima bocciatura, da parte della Ragioneria dello Stato e della Commissione Lavoro della Camera, dell’allungamento del periodo di cassa integrazione ordinaria per mancanza di copertura finanziaria.
Aspetto, questo, molto preoccupante e sul quale chiediamo al Governo di fare chiarezza.
Certamente – proseguono – si dovrà operare concretamente anche per evitare che il bacino di lavoratori in cassa integrazione si ampli a dismisura attivando, rapidamente, politiche attive per ricollocare le persone colpite dalla crisi; innanzitutto attuando e attivando gli strumenti individuati dalle Linee guida sulle formazione, siglata nel febbraio scorso da Parti sociali, Regioni e Governo.
Così come è ineludibile che si debba affrontare – concludono – il tema del reddito per questi lavoratori, che, al pari di chi ha perso un lavoro, sentono maggiormente sulla propria “pelle” gli effetti concreti della crisi. Lo si può fare aumentando loro, come minimo di 100 euro mensili, l’assegno di cassa integrazione che ad oggi arriva a malapena a 850 euro lordi”.
BAS 05