CILLIS (FIOM CGIL): FIAT RIPRENDA IL CONFRONTO DEMOCRATICO

“Nelle ultime 2 settimane la Direzione Fiat Sata ha ingaggiato un braccio di ferro con i lavoratori sulle condizioni di lavoro puntando ad aumentare del 10% (42 vetture a turno) il flusso della produzione giornaliera senza adeguare parallelamente il numero degli operai sulle linee di montaggio, determinando in questo modo un peggioramento delle prestazioni lavorative ed inoltre “violando” le regole contrattuali e di legge vigenti in materia di carichi di lavoro”. Lo afferma in un comunicato Giuseppe Cillis della Fiom Cgil, che aggiunge:
“Al rifiuto della direzione Fiat Sata di ripristinare le condizioni normali e contrattuali conosciute i lavoratori hanno messo in campo per tutte e 2 le settimane lo sciopero con cortei interni per ottenere il rispetto della salute e delle condizioni di lavoro.
La Direzione Fiat anziché ascoltare le richieste dei lavoratori con un atto “autoritario” sospende 3 lavoratori di cui 2 Rsu Fiom Cgil per dissuadere tutti gli altri lavoratori dal continuare con le lotte ed accettare il “comando” Fiat sull’aumento della produzione giornaliera”.

“La illegittima decisione della Fiat – sottolinea Cillis – forse si inquadra nel contesto generale di vincolare le produzioni in Italia con l’accettazione di peggiorare le condizioni di lavoro e di salario dei lavoratori Italiani, che purtroppo negli ultimi tempi trova a sé molti sostenitori dentro sia il sindacato che le istituzioni.
Eppure solo qualche mese fa si è festeggiato nello stabilimento Sata di Melfi la produzione di 5.000.000 di vetture che ha visto la partecipazione anche del presidente della giunta Regionale De Filippo, da questi risultati ci si attendeva un confronto aperto sulle prospettive produttive occupazionali e salariali per i lavoratori dello o stabilimento di Melfi.
Invece il nuovo piano industriale non prevede che vengano ristabilite le condizioni normali per la produzione dei 2 marchi (Fiat e Lancia), non prevede nuova occupazione necessaria per i livelli produttivi, non prevede il premio di produzione a luglio per i lavoratori.
Eppure – sottolinea l’esponente sindacale della Fiom – la Fiat continua a ricevere finanziamenti pubblici senza che siano ancorati anche alle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici.
I lavoratori – conclude Cillis – si aspettano, dalla Fiat, una decisione positiva che porti al ritiro delle sospensioni per ristabilire le normali condizioni all’interno della fabbrica, così come si aspettano un più incisivo intervento delle Pubbliche Istituzioni che non può essere ridotto al presenzialismo ma ad una reale interazione con le dinamiche, complesse, industriali e delle relazioni sociali”.

BAS 05

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