“La vicenda del ritrovamento del cadavere di Elisa Claps, dopo diciassette anni dalla sua scomparsa, ha aperto inevitabilmente una falla nell’opinione pubblica rispetto ai tanti silenzi che ci sono stati per un tempo così lungo. Una vicenda che, allo stato attuale, finisce per gettare discredito su chi ha operato in passato alla ricerca della verità, ma anche, e forse soprattutto, su un contesto religioso che avrebbe omesso di fare chiarezza per aiutare a risolvere una vicenda protrattasi per anni”.
A sostenerlo è il capogruppo dei Democratici e Cattolici della Provincia di Potenza, Vincenzo Libonati secondo cui “l’ora della verità è prossima e da essa dovranno scaturire inevitabili prese di posizione chiare e ben delineate ad ogni livello. Se dalle risultanze autoptiche emergesse con chiarezza la violenza sessuale fin’ora solo ipotizzata, la certezza della morte causata da strangolamento o strozzamento e la circostanza che quel corpo sia stato ritrovato mesi prima della scoperta ufficiale – aggiunge Libonati- bisognerebbe attribuire le responsabilità non solo del gesto efferato commesso dall’assassino, ma anche delle tante persone che sapevano e che per anni hanno violato la memoria della stessa Elisa Claps con barbari silenzi dettati da ipotetiche norme ecclesiastiche legate ai segreti confessionali che comunque in tal caso non sussisterebbero”.
Per il capogruppo DeC, “è inspiegabile l’atteggiamento di chi, pur avendo saputo dell’esistenza di quel corpo nel sottotetto della chiesa ha preferito tacere più che denunciare. Che quello sia stato il cadavere della studentessa potentina o di un’altra persona o peggio ancora che potesse essersi trattato dei resti di un rituale macabro, non fa nessuna differenza e c’era l’obbligo di rivolgersi alle autorità competenti per risolvere il caso”.
Si è discusso e si discute ancora oramai da un mese sull’eventuale possibilità di sconsacrare la chiesa. “L’argomento – aggiunge Libonati – non va portato per le lunghe, ma bisogna appellarsi semplicemente ai dettami del Codice di Diritto Canonico” secondo cui ‘nel luogo sacro è vietata qualunque cosa sia aliena dalla santità del luogo (Can. 1210). I luoghi sacri sono profanati se in essi si compiono con scandalo azioni gravemente ingiuriose, che a giudizio dell'Ordinario del luogo sono tanto gravi e contrarie alla santità del luogo da non essere più lecito esercitare in essi il culto finché l'ingiuria non venga riparata con il rito penitenziale, a norma dei libri liturgici. (Can. 1211)
L’omicidio di una giovane donna, l’eventuale violenza sessuale commessa nei suoi confronti ed il fatto che ciò potrebbe essere avvenuto nei locali della Parrocchia della SS.Trinità- sostiene il capogruppo- “presuppongono la necessità di provvedere ad un atto forte in considerazione del fatto che è stata in toto violata la santità di quel luogo di culto”.
Considerato che da tempo la Chiesa vive situazioni di scandalo che ne pregiudicano la morale, “un iniziale atto riparatore- conclude Libonati-potrebbe venire dallo stesso Vescovo della Diocesi di Potenza a cui, sempre secondo il diritto canonico, spetterebbe una decisione in merito. Vanno fatte quindi le dovute valutazioni, eventualmente assieme al Consiglio presbiteriale e al Collegio dei consultori, ed evitare che Elisa Claps venga uccisa una seconda volta da chi le nega giustizia per il suo sacrificio”.
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