Comune Pz, Carretta su Meridione e cassa integrazione

"L’Osservatorio regionale Banche-Imprese ha previsto per i prossimi quattro anni una crescita del Pil pari allo 0,4% annuo, che non potrà essere maggiore a causa del freno che il Mezzogiorno effettua sulla dinamica del Pil a livello nazionale.Pur avendo diminuito di ben 5 punti, negli ultimi 17 anni, il gap con il nord, relativo ai livelli di ricchezza prodotta, dovuto anche alla crisi generale, che non ha risparmiato quelle che un tempo erano le aree particolarmente produttive del nostro Paese, il sud deve affrontare le crisi locali dei tanti stabilimenti, come l’Ilva di Taranto, l’Alcoa in Sardegna, la Fiat di Pomigliano, Melfi e Termini Merese, che hanno segnato l’economia meridionale ed hanno rallentato la crescita."
Lo evidenzia il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale Gianpaolo Carretta aggiungendo che "la regione Basilicata è balzata al primo posto tra le regioni italiane per incremento di cassa integrazione erogata nell’ultimo mese, rispetto al precedente, con un incremento del 197,9% di operai coinvolti, maggiore nella provincia di Potenza, rispetto a quella di Matera, mettendo in evidenza la difficoltà dell’impianto industriale potentino, che paga maggiormente le conseguente della crisi del polo auto.
La ripresa dell’intero Paese e, in particolare, della nostra regione, è profondamente legata alla possibilità di nuovi progetti di crescita e di sviluppo economico, frenati da quel Patto di stabilità che attanaglia i Comuni, che rischiano di non poter più rispettare e che minacciano di sforare, qualora non si sbloccassero alcuni miliardi per pagare le aziende a cui sono stati già assegnati gli appalti di fornitura ai Comuni.
Servono, dunque, -conclude-  politiche urgenti, che puntino ad un rilancio del polo industriale, con conseguenti misure per tamponare l’emergenza occupazione, attraverso l’equità tra i territori e la responsabilizzazione dei territori e attraverso un piano organico di interventi per fronteggiare la crisi economica, sociale e infrastrutturale del Mezzogiorno, che non significa ritornare ad una forma assistenzialistica della gestione del potere, ma stimolare la crescita delle aree meno dinamiche, a favore di uno sviluppo globale che investa anche i territori più avanzati.
In questo contesto, il Partito Democratico, sta avviando un vero processo di rinnovamento delle classi dirigenti, improntato alla qualità e all’autonomia di pensiero, per riappropriarsi della “Questione Mezzogiorno”, elevandola a priorità politica nel sistema Italia."

bas 06
 

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