“Le tante sollecitazioni e l'impegno dispiegato da vari soggetti per il salvataggio di Potenza dal dissesto ha avuto tra le motivazioni principali quella del destino lavorativo dei dipendenti delle aziende dei servizi esternalizzati, a cominciare dal trasporto urbano – compresi i lavoratori della ditta Ariete impegnati nelle pulizie del ponte attrezzato e degli altri impianti meccanizzati – ai lavoratori della Facility, ai lavoratori impegnati nei nidi, nelle mense, nell'assistenza all'handicap su cui si era abbattuta la scure dei tagli più o meno dovuti nella prima ipotesi di bilancio riequilibrato”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Rosalba Guglielmi, coordinatrice regionale dell’Unione sindacale di Base (Usb).
“Nonostante gli sforzi fatti e l'impegno sostanziale della regione nessun miglioramento si è ottenuto per la fascia più debole della struttura comunale. A questo punto ci si chiede , considerato che la popolazione era già soggetta al pagamento massimo delle tariffe, che cosa si è veramente evitato con il commissariamento del comune, se non il mantenimento in carico di un'amministrazione che nonostante la buona volontà e il desiderio moralizzatore non riesce a fare le scelte anche difficili per un vero cambiamento di rotta e politiche che non si limitino alla mera ragioneria. Per quello appunto bastava un commissario.
Servizi che non rientrano tra quelli essenziali, ma che rivestono una forte valenza sociale come lo sport, non possono essere lasciati all'auto gestione o alla volontà particolare di qualche società ma devono essere governati e anzi volgere ad un aumento delle possibilità di accesso per i tanti giovani e ragazzi della città nonché diventare fonte primaria di socializzazione e non esclusione dei tanti soggetti deboli o fuori dai cicli produttivi.
Non a caso la crisi riguarda i servizi esternalizzati.
Esternalizzazioni – continua Guglielmi – che avrebbero dovuto portare risparmi, liberare il comune dalla gestione 'della manovalanza ' e che invece hanno portato clientele, abusi, corruzione e sperpero di denaro pubblico come dimostrano le indagini e la cronaca di questi giorni.
Servizi su cui erano impegnati gli ex lavoratori socialmente utili e che nonostante le stabilizzazioni degli stessi con le professionalità richieste per svolgere compiti di idraulica, manutenzione edile ed elettrica, falegnameria, verde non sono stati gestiti direttamente ma appunto affidati in appalto.
Basti solo l'esempio della manutenzione idraulica, il cui costo si aggira sui 200.000 euro e che potrebbe essere garantito con un idraulico dipendente del comune.
Il vero problema oggi – conclude la coordinatrice regionale dell’Usb – se non si vuole ancora una volta continuare nella macelleria sociale e alla negazione dei servizi o ricorrere ancora una volta col cappello in mano alla regione, è , a parer nostro discutere e trovare le soluzioni per l'internalizzazione, con costi per il mantenimento del personale oggi impegnato e dei servizi erogati molto al di sotto della spesa occorrente per mantenere un apparato parassitario e incancrenito”.
Bas04