La portavoce regionale di Comunisti Sinistra Popolare di Basilicata Luciana Coletta ritiene che, alla luce del risultato referendario sull’acqua, il Governo Regionale deve iniziare ad intraprendere le azioni conseguenti e coerenti rivedendo il ricorso alle cosiddette “multiutility” nella gestione dell’acqua.
La portavoce – in una nota – ribadisce “la necessità di chiudere a qualsiasi possibilità di ingresso di soggetti privati nel capitale azionario delle Società per Azioni Lucane che gestiscono la risorsa idrica. Si afferma inoltre che attualmente la Regione Basilicata detiene il 60% di Acqua SpA ed il 100% di Acquedotto Lucano SpA assieme ai Comuni. Attraverso l’accordo siglato con la Regione Puglia entrano nelle casse della Regione Basilicata oltre 20 milioni di euro all’anno derivanti dalla cessione di oltre 221 mila metri cubi di acqua convogliati in Puglia dagli invasi di Monte Cotugno e del Pertusillo, con la fissazione della tariffa per la cessione dell’acqua al costo di appena 7 centesimi al metro cubo e un patrimonio in immobili e reti del valore di oltre 600 milioni di euro. Ad Acquedotto Pugliese restano in gestione gli impianti di potabilizzazione, mentre viene affidata alla società lucana Acqua SpA, la gestione delle reti idriche e degli invasi lucani, in cambio del 40% delle azioni acquistate da Acquedotto Pugliese SpA. Ad Acquedotto Lucano SpA, viene invece affidata la depurazione e la distribuzione all’utenza dell’acqua”.
m.c.