Copagri, sì a filiere agro-energetiche

Filiere agro-energetiche: la proposta della Copagri illustrata dal vicepresidente Serpillo questa mattina a Matera alla Prima Conferenza Economica nazionale

“E' ormai acclarato che, se non si vogliono premiare esclusivamente i criteri industriali, le formule più innovative e più integrate con la rete agricola sono basate sul principio della micro generazione diffusa con piccoli impianti presenti nel territorio e il conseguente utilizzo di tutte le biomasse a disposizione della azienda agricola. E un sistema agro-energetico così concepito si articola nell'interesse di tutte le filiere produttive esistenti: l'olivicoltura con sanse, cascami da pota e acque reflue, la zootecnia con deiezioni animali e sottoprodotti di lavorazioni casearie, la ortofrutticoltura con cascami e residui di lavorazione, la viticoltura con graspi, vinacce e sarmenti, la selvicoltura con arbusti e lavorazioni del bosco e i seminativi con paglie e stocchi”.
Così, in sintesi, il vicepresidente della Copagri, Mario Serpillo, ha introdotto la proposta della Confederazione in materia di agro-energie.
“Gli strumenti di incentivazione attualmente esistenti a supporto delle fonti rinnovabili – ha aggiunto Serpillo – vanno inquadrati nelle norme approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio Europeo il 23 aprile 2009 e recepiti in Italia attraverso il Piano Attuativo Nazionale e da ultimo con il Dlgs n. 28 del 3 marzo 2011.
Alla luce di quanto sopra – ha continuato il vicepresidente della Copagri – appare evidente che non è percorribile un itinerario che non contempli il coinvolgimento robusto e sostanziale delle imprese agricole. Gli impianti di taglia medio grande richiedono un sicuro e costante approvvigionamento nel tempo di quantità ingenti di biomasse, circa 15.000 tons per MWatt,difficili da reperire, non perché esse non esistano in natura, ma perché a causa della ridotta dimensione della maglia aziendale il processo di raccolta richiede un notevole sforzo organizzativo ed economico per la concentrazione dell'offerta agricola conciliabile con le esigenze dei cicli industriali in termini di quantità, calendari di consegna, selezione delle qualità, prelavorazione e quanto altro. Nel caso poi si preveda il ricorso ad attività di colture dedicate o di short rotation forestry si rischia di andare all'impatto con concetti di coltivazione non ancora sufficientemente diffusi tra gli agricoltori.
Motivati da questi convincimenti e sostenuti da esperienze in campo già avviate e sperimentate – ha concluso Serpillo – la Copagri individua negli impianti di piccola taglia, la scelta prioritaria per favorire una reale integrazione tra agricoltura e attività connessa di produzione di energia elettrotermica. La Copagri è altresì convinta che la produzione energetica sia e resti attività complementare alle produzioni agroalimentari di qualità, ben coscienti che la valorizzazione delle biomasse attraversa tutte le filiere, realizzando reddito aggiuntivo di entità a volte rilevante. La Copagri non vede negli agricoltori i nuovi petrolieri, ma li sostiene in ogni iniziativa di integrazione intelligente con moderne opportunità come quelle offerte dal sistema di produzione di energia da fonti rinnovabili”.
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