La Basilicata protagonista alla prima Festa Nazionale delle donne Democratiche, in corso a Marinella di Sarzana. A rappresentare la Basilicata Rossella Brenna, portavoce Crp donne Basilicata, che ha presieduto, nella giornata del 10, il dibattito ‘Guardami davvero. La rappresentazione del corpo, i modelli culturali, la salute delle ragazze. Specchi. Il corpo delle donne e l’immagine dei media’. Presenti al dibattito Laura Dalla Ragione, Psichiatra e Psicoterapeuta, Elisa D’Ospina, modella grandi taglie Susanna Cenni, Parlamentare PD, Silvia Costa, Europarlamentare, Giovanna Melandri, Parlamentare Pd, Lorella Zanardo, Scrittrice, autrice de "Il corpo delle donne", Natalia Lombardo, giornalista de l'Unità e Stefania Benatti, Coordinatrice Pd Marche. Nel suo intervento la Brenna ha sottolineato che “Un modello culturale è la risposta che una cultura, una società, dà al problema. Ma le donne non sono un problema. Il vero problema- ha spiegato- è che le donne si sono evolute in base alle diverse esigenze della società, ma è l’ambiente, la società in cui viviamo che non si sono evolute attraverso le leggi per garantirle. Quindi a loro non resta che garantirsi da sole. I cambiamenti culturali- ha aggiunto- avvengono attraverso un’inversione di tendenza soprattutto nelle abitudini e nello stile di vita, con strumenti legislativi adeguati, con l’obiettivo di raggiungere un’equità sociale. Il modello culturale della donna è la conseguenza della mancanza di tutela e di garanzie reali a sostegno. Questo genera la necessità di autogarantirsi uscendo fuori dal ruolo naturale e primario che ci caratterizza e che da sempre ci ha consegnato l'emblema della prima sicurezza all'interno del nucleo familiare. L’ambiente naturale in cui viviamo non permette un adeguamento completo alle reali esigenze della società scandita da mutamenti a cui devono seguire di pari passo dalle leggi a sostegno e garanzia dei cittadini, quindi anche delle donne, affinchè si possa garantire il loro ruolo naturale che deve essere una scelta di vita, cosi come l'autodeterminazione del loro ruolo sociale, e politico a tutti i livelli. Questo- ha concluso- fa di uno stato, uno stato di diritto e soprattutto uno stato moderno”.
Nel corso della serata molti temi sono stati affrontati. In particolar modo si è discusso dell’uso improprio che viene fatto del corpo femminile su tutti i mezzi di comunicazione ed in modo particolare di come viene rappresentato in tv. Una tv che sempre più spesso riduce la donna a semplice oggetto sessuale. C’è una constatazione- si è detto- che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. La perdita, secondo chi ha analizzato questo fenomeno, è enorme: la cancellazione dell’identità delle donne avviene sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Da qui l’idea, di Lorella Zanardo, di selezionare le immagini televisive che avessero in comune l’utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv ma specialmente a chi la guarda ma “non vede”. L’obiettivo è stato quello di interrogarsi e interrogare sulle ragioni di questa cancellazione, un vero ” pogrom” di cui tutti siamo spettatori silenziosi. Il lavoro ha poi dato particolare risalto alla cancellazione dei volti adulti in tv, al ricorso alla chirurgia estetica per cancellare qualsiasi segno di passaggio del tempo e alle conseguenze sociali di questa rimozione. Non poteva non essere messa in evidenza come questa rimane una prerogativa della tv italiana e censurata nel resto del mondo.
BAS 05