Digilio (Fli), Sud d'incanto in primi posti agenda governo

“La nascita di Futuro e Libertà ha avuto un impatto travolgente per il Mezzogiorno. Come per incanto il Piano per il Sud è tornato ai primi posti dell'agenda del governo”. E’ quanto sostiene il sen. Egidio Digilio (Fli) sottolineando che “i commentatori politici si sono affrettati ad evidenziare che sarebbe questa “la risposta politica alla scissione finiana”. A noi interessa aver riacceso i riflettori sull’emergenza del Mezzogiorno, per rimettere in moto la riprogrammazione di almeno 12-13 miliardi di vecchi fondi Fas e Ue 2000-2006 decisa dall'ultimo Cipe. Abbiamo inoltre messo le mani avanti, prima che l’asse Tremonti-Bossi bloccasse le risorse già destinate al Sud, per definire, con la ripresa politica di settembre, tutte le condizioni necessarie in grado di spendere una quarantina di miliardi da indirizzare, principalmente, a quattro priorità infrastrutturali: strade, ferrovie, banda larga e settore idrico.
E' ancora un segnale, di forte significato politico, dello sforzo che è contenuto nell'appello del Presidente Gianfranco Fini perché il Mezzogiorno non può essere trascurato o peggio abbandonato al suo destino in nome di una difficile e complessa transizione verso il federalismo fiscale''.
Secondo Digilio "buona politica e Mezzogiorno", "Sud, un interesse nazionale" non possono essere più slogan magari da pronunciare per allontanare la "bufera" dalle aree meridionali, illudendosi che basta pronunciare queste parole magiche per far tornare il sereno. Riorganizzare le risorse per il Mezzogiorno per migliorare la qualità della spesa e concentrare gli interventi su infrastrutture strategiche a raggiungere livelli di sviluppo sociale e civili e di occupazione al pari delle regioni europee più forti – continua – perciò deve diventare una priorità per il Governo del Paese come per quelli delle Regioni. Più Stato, più sicurezza, più sviluppo, sono tre elementi della strategia di Fli in stretta interdipendenza: solo uno Stato efficiente, attraverso una massiccia presenza pur rispettosa delle autonomie locali, può, infatti, garantire una incisiva lotta all'illegalità e alla criminalità. La presenza di "più Stato" è la condizione per avere nel Mezzogiorno "più Mercato". Fuori da ogni concezione dirigista e statalista, dalla pretesa di imporre "modelli di sviluppo" rigidi e predefiniti, l'obiettivo di uno Stato forte ma snello deve essere quello di far crescere il Mercato contro tutti i condizionamenti clientelari, i monopoli e le rendite di posizione, gli inquinamenti siano criminali o di altra natura. Stato e Mercato non devono più essere visti in contrapposizione, soprattutto nelle regioni in ritardo di sviluppo. La sussidiarietà, prima di essere quella "verticale" che sposta competenze dal livello nazionale a quello locale, deve essere innanzitutto quella "orizzontale" che garantisce autonomia e libera risorse verso la Società civile e verso il Mercato. La battaglia autunnale sarà decisiva. Noi siamo fortemente impegnati a determinare scelte finanziarie e di progammi per lo sviluppo del Mezzogiorno”.
bas 02

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