In merito alla vicenda dell’elezione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale è intervenuto il senatore Egidio Digilio coordinatore regionale del Fli.
"C’è una chiave di lettura politica che è del tutto sfuggita, non so francamente quanto involontariamente: la voglia di cambiare il tradizionale metodo di fare politica eseguendo gli ordini del capogruppo o del segretario regionale di partito, per interpretare in piena autonomia di coscienza il mandato ricevuto dagli elettori specie se poi si tratta di assetti istituzionali che dovrebbero essere al di sopra di interessi di partito”.
E ha aggiunto: “Non mi interessa capire e sapere chi sono i cosiddetti “franchi tiratori”, che in verità in Consiglio, per mia esperienza diretta, non sono certo un fenomeno nuovo, quanto piuttosto – afferma Digilio – verificare se, intorno ai consensi coalizzati intorno a Franco Mollica, si sia manifestata anche una voglia di terzo polo, tanto più che un’area terpolista è già presente da tempo nell’aula e fuori e pertanto non si può continuare ad esorcizzare il “fantasma terzopolista”. Si tratta non solo di un’aspirazione di Fli e dei partiti che hanno aderito al Terzo Polo. Credo sia un’opportunità per affermare una nuova possibilità di fare politica, in maniera ben distinta dai due blocchi, con una forte connotazione strategica e propositiva, anche per dare continuità alla spinta di cambiamento che è venuta da amministrative e referendum, aiutando la democrazia ad essere più libera nell’interesse dei bisogni della nostra comunità, aiutando il sistema-partiti a mettersi in discussione. Un’opportunità che – dice Diglio – serve anche al Pd come antidoto alla cannibalizzazione della politica e all’occupazione di ogni spazio della società civile e soprattutto del potere e per fare chiarezza tra gli alleati. E chi sa che il Terzo Polo non possa finalmente manifestare la sua “ufficiale” presenza istituzionale, alla luce del sole e non più nelle stanze chiuse o in incontri riservati, dopo che qualcuno ha gridato allo scandalo e qualcun altro si è strappato le vesti di capogruppo”.
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