“Il nostro ringraziamento, ancora una volta, va alla magistratura e alle Forze dell'ordine per questa nuova operazione antiusura volta a stroncare una piaga che in Basilicata, nel silenzio, sta distruggendo la vita a troppe persone. Soltanto ieri abbiamo raccolto l'ennesima storia di usura raccontataci da una vittima che ci ha dato ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di come l'unico modo per distruggere questo fenomeno sia la denuncia". E' il commento di don Marcello Cozzi, presidente della Fondazione antiusura “Interesse uomo”, in seguito ai provvedimenti di custodia cautelare e perquisizioni emessi dal gip del Tribunale di Potenza, nell'ambito dell'operazione antiusura denominata "Scalareale", condotta dalla "Sezione reati contro il Patrimonio e la Pubblica Amministrazione"della squadra mobile della Questura di Potenza.
"Ci sarà ovviamente un tribunale che dovrà sancire la responsabilità delle persone arrestate, – aggiunge – ma non possiamo non sottolineare con forza che tutto questo non è sufficiente. Vediamo troppi usurai in circolazione che non pagano fino in fondo le proprie colpe, o perché scarcerati, o per i tanti altri ingranaggi complicati del nostro meccanismo giudiziario. Non vogliamo di certo condannare a vita nessuno, riteniamo che a tutti possa essere data la possibilità di riprendere in mano la propria vita; tuttavia crediamo fortemente che colonna fondamentale di uno Stato di diritto sia la certezza della pena, ed invece questa “incertezza” ci sembra sempre più uno schiaffo in faccia alle vittime, oltreché l'invito indiretto a non denunciare. Inoltre chiediamo anche con forza che a coloro che sono stati arrestati e qualora venissero accertate le loro responsabilità e quindi fossero condannati, vengano realmente confiscati i propri patrimoni: frutto dell'attività di usura”.
BAS 05