“Il “sogno” del presidente dei vescovi italiani, card. Angelo Bagnasco, di veder nascere in Italia una nuova generazione di politici cattolici può diventare realtà, a breve, almeno in Basilicata in occasione delle prossime elezioni regionali con l’affermazione di una classe dirigente responsabile con radici profonde ai principi evangelici”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della Basilicata della Dc Giuseppe Potenza presentando la “giornata della preghiera per il lavoro”. “Domani in occasione della Santa Messa della domenica – spiega il segretario democristiano – i nostri iscritti e militanti ciascuno nella propria parrocchia pregherà per il lavoro che oggi è la prima grande emergenza sociale, a sostegno degli appelli che sono venuti negli ultimi tempi da numerosi vescovi italiani. Anche nella nostra regione quasi ogni giorno – continua – sono a rischio posti di lavoro. Vorrei ricordare l’ultima vertenza che riguarda 50 operai della Gdi cucine di Baragiano che non vogliamo lasciare soli ricordando le parole di Mosignor Todisco nell’omelia della Messa di Ferragosto celebrata al presidio degli operai della Lasme di Melfi”. Quanto alle imminenti elezioni, secondo Potenza “va raccolto l'invito ad andare al di la' della logica ''degli schieramenti e delle formule'' da parte di mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e del lavoro, tanto più che le prossime sono elezioni locali e quindi gli elettori, anche quelli cattolici, devono tenere conto dei ''problemi locali'' come cassa integrazione, immigrazione, scuola perche' e' li' che si misureranno le forze politiche'. I cattolici in politica devono “incarnare” gli ideali evangelici e “tradurli nella storia”, non cercando “la via meno costosa della convenienza di parte comunque argomentata”. Di qui l’auspicio della nascita di una generazione nuova di italiani e di cattolici, incoraggiando i cattolici già presenti in politica “ad essere sempre coerenti con la fede che include ed eleva ogni istanza e valore veramente umani”. C'è una “cultura pubblica” che tende a sottovalutare, a volte ad irridere, la religione, e che induce i credenti a “dissimulare la propria fede”, come dimostra la sentenza di Strasburgo sul crocifisso nelle scuole. Contro di essa è necessario scendere in campo, abbandonando posizioni di disimpegno o di delega in bianco a chi di cattolico ha solo i sacramenti”. bas 03