Fenice, Romaniello: no ad incremento capacità trattamento

Il capogruppo di Sel in Consiglio regionale ribadisce propria la netta contrarietà sul progetto di incrementare la capacità produttiva del termovalorizzatore

“Le dichiarazioni del commissario Ato Altobello che fanno seguito alla mia iniziativa di qualche giorno fa per sollecitare la presentazione di un progetto di bonifica puntuale del sito di Fenice, richiedono di alzare la guardia e l’attenzione da parte della Regione e della Provincia di Potenza che, non si dimentichi, ha concesso un’autorizzazione provvisoria al prosieguo dell’attività di Fenice salvo, mi pare di capire, di richiedere nelle ultime ore (meglio tardi che mai) la convocazione dell’Osservatorio regionale sui rifiuti”. E’ quanto sostiene il capogruppo di Sinistra, ecologia e libertà in Consiglio regionale, Giannino Romaniello.

“Altobello – aggiunge l’esponente di Sel – ha avuto l’indiscusso merito di squarciare il velo di silenzio che ovatta da troppo tempo i progetti industriali della società di gestione dell’impianto di San Nicola di Melfi: si vuole incrementare la capacità del termovalorizzatore di 9 mila tonnellate l’anno. E’ dunque più che legittimo l’interrogativo sugli interessi della nostra Regione e l’impatto del territorio del Melfese – Lavellese in particolare che conferisce, secondo i dati ufficiali aggiornati e finalmente forniti, appena 5 mila tonnellate l’anno su 30mila tonnellate l’anno complessive. Si convochi pure l’Osservatorio e intanto la Regione attivando il Dipartimento Ambiente e l’Arpab arrivi al tavolo preparata con dati e monitoraggio della situazione attuale. Se infatti i dati pubblicati sul sito dell’Arpab riguardanti Fenice confermano in modo chiaro che si è in presenza di un’area inquinata nel cui sottosuolo, molto probabilmente, vi è una quantità di sostanze nocive e pericolose che si sono sedimentate nel tempo per diretta responsabilità della società ma anche, forse, di un atteggiamento passato di enti e strutture troppo superficiale e di scarso impegno”.

“Non possiamo assolutamente correre il rischio – conclude Romaniello – di incrementare con l’attività del termovalorizzatore anche le sostanze nocive, aggiungendo ad una situazione molto vicina all’emergenza ambiente-salute altri fattori di rischio. Per quanto ci riguarda, come Sel, la posizione, di piena condivisione della battaglia del comitato popolare, di organismi popolari e di cittadini, di associazioni ambientaliste, non può che essere rigorosamente coerente per un altrettanto rigoroso e netto rifiuto al progetto industriale Fenice”.

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