FIAT, IDV POTENZA: IMPEDIRE SOPRUSO, E' GESTO DI BARBARIE

La vicenda dei tre operai della Sata di Melfi licenziati dalla FIAT ha del surreale, se non fosse per la cruda realtà di tre famiglie private del vitale sostegno economico da parte dell’Azienda automobilistica. Pertanto, il coordinamento provinciale dell’IDV di Potenza esprime – in una nota – pieno sostegno agli operai e invita la FIAT a revocare la propria decisione.
Dicono che i tre operai durante la loro manifestazione di sciopero avrebbero transitoriamente bloccato un carrello robotizzato, ostacolando il lavoro degli altri operai che non aderivano allo sciopero. Immaginiamo quale danno economico ciò abbia comportato alla FIAT: miliardi di euro, milioni di euro o migliaia di euro? Appare evidente, anche al più sprovveduto, quanto sia spropositata la “punizione” per i tre lavoratori rispetto al gesto da loro compiuto. Così come è evidente lo scopo dimostrativo ed intimidatorio della misura adottata, enfatizzato poi dalla paventata irrevocabilità della misura. Pare, infatti, che la FIAT non torni mai indietro su questo tipo di decisioni, come se questo fosse un vanto o una prova di coraggio. Noi non crediamo molto a questa diceria e pensiamo, invece, che sarebbe molto più saggio ed oculato per la FIAT rivedere la propria posizione. Infatti, senza voler stigmatizzare eccessivamente il motivo dello sciopero dei tre operai, comunque scatenato da un ingiustificato aumento dei carichi di lavoro effettuato dall’azienda senza alcuna contrattazione preventiva, c’è da chiedersi se esista veramente una sola persona di buon senso disposta a giustificare il licenziamento operato dall’azienda.
L’Italia dei valori rigetta questo atteggiamento irresponsabile della FIAT e la invita a rivedere la propria decisione perché foriera di pericolose tensioni sociali e di squilibri politici. Forse, non sarebbe stata sufficiente una qualunque misura sanzionatoria per l’”insano gesto” dei tre lavoratori? Perché di questo si tratta, di lavoratori e non di briganti, che adesso sono appollaiati su uno stretto muro a manifestare la loro rabbia e la disperazione dei loro familiari.
Il coordinamento provinciale dell’Italia dei valori lotterà in tutte le sedi istituzionali per impedire questo sopruso, e non solo per una questione di ingiustizia sociale. Perché vedete, noi possiamo capire e cercare di mediare qualunque conflitto sociale o decisione politica, ma qui si tratta di un evidente gesto di barbarie, che va ben oltre la polemica tra FIAT di Melfi e Fiom Basilicata, e che investe, invece, la dignità della persona e la stessa sfera umanitaria. I “barbari” agiscono utilizzando la legge del taglione, arrivando perfino al sacrificio estremo, mentre in una società democratica e moderna tutto questo non è comprensibile, non è possibile accettare e non si può tollerare. La nostra è una battaglia di civiltà, quindi, perché non si può “buttare per strada” tre interi nuclei familiari privandoli del sostegno economico, molto spesso essenziale, solo per rappresaglia. E non si pensi, nemmeno per un attimo, che i tre operai siano andati a cercarsela la “grana” perché i veri colpevoli saremmo, invece, noi tutti se consentissimo questo scempio!

BAS 05

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