All’indomani della decisione della Conferenza delle Regioni di riconoscere alla Regione Basilicata, in caso di uscita dall'area delle “Regioni convergenza” di affrontare con tranquillità, così come ha sostenuto il Presidente De Filippo, un periodo di transito nel ciclo di programmazione che si concluderà al 2020,
la UIL continua a monitorare l’attuazione del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, su quanto e come si spendono le risorse dei Fondi Strutturali Europei, che sono, per ora, le uniche risorse certe a disposizione per lo sviluppo.
Dal VII° monitoraggio UIL, aggiornato al 31 Dicembre 2011, che fotografano i dati della rendicontazione a Bruxelles, risulta che la Regione Basilicata nella programmazione totale dei Fondi Comunitari (Fse-Fesr) per il periodo 2007-2013 ha raggiunto il 55,2% degli impegni e il 33,8% dei pagamenti. In cifre su poco più di 1 miliardo di euro, gli impegni sono 593 milioni di euro e la spesa effettiva ammonta a 363 milioni. Sono dati che raffrontati con quelli delle altre Regioni del Sud collocano la Basilicata al primo posto sia per la percentuale di pagamenti che per la percentuale di impegni.
In dettaglio: Programma Fesr, gli impegni sono al 56,9% (428 milioni) e i pagamenti al 32,8% (247 milioni); Programma Fse, gli impegni sono al 51,2% (165 milioni) e i pagamenti al 36% (116 milioni).
Ci sono dunque – è il commento del segretario regionale Uil Carmine Vaccaro – ampi margini di miglioramento. Un giudizio, quindi, tralasciando per un attimo i “numeri”, deve riguardare, anche, e, soprattutto, alla qualità della spesa. Ciò, perché se da un lato pur di non perdere le risorse può andar bene tutto, dall’altro si eviti però “lo spendere tanto per spendere”.
A questo proposito va bene la filosofia di fondo del Piano di Azione e Coesione, ma come UIL, riteniamo che esso non può non tener conto della vera priorità del Paese: il lavoro. E su questo, attraverso la Cabina di Regia del Patto BasilicataObiettivo 2012, continueremo ad incalzare la Giunta Regionale perché già dalla spesa di quest’anno si possano individuare azioni e misure mirate ad una spesa comunitaria più efficace e anche più rapida. Alle imprese alle quali il pressing del Presidente De Filippo ha garantito migliori massimali di aiuto si richiede un adeguamento delle strategie di produzione, commercializzazione ed investimento.
La Uil – riferisce Vaccaro – nelle scorse settimane ha scritto una lettera aperta ai Ministri del Lavoro e della Coesione Territoriale per chiedere, che nella riprogrammazione dei fondi comunitari si mettesse in “primo piano” un intervento straordinario per l’occupazione giovanile e femminile.
Cosi come abbiamo chiesto al Governo di rafforzare e rendere immediatamente disponibile il “bonus occupazione nel Sud”, interventi per ridurre i tempi del contenzioso del lavoro, favorire reali politiche di conciliazione e azioni per i lavoratori “vecchi ma non troppo”.
Perché i dati di programmazione e spesa dei Fondi Comunitari sono una ragione in più, affinchè, le Istituzioni nazionali e regionali si impegnino a programmare una parte consistente di tali risorse verso tali obiettivi, soprattutto nel Sud Italia.
Basterebbe, infatti, mettere in campo per i prossimi 4 anni 12 miliardi non spesi dei fondi comunitari di tali risorse, dato che ne restano ancora 30 miliardi da programmare, per incentivare ogni anno ulteriori 210 mila contratti di apprendistato, 50 mila veri stage e tirocini ed estendere tutele ai lavoratori over 55 anni.
Tutti temi, che la UIL chiede da anni e che potrebbero aiutare e non poco anche il confronto sulla riforma del mercato del lavoro.
Poche cose con risorse certe e disponibili su cui la UIL è pronta a confrontarsi con tutte le forze politiche e sociali per il rilancio del Mezzogiorno e non solo”.
BAS 05