Ictus, Vizziello: nel Mezzogiorno presenti solo il 22% dei centri

Il consigliere di Basilicata Oltre: “Garantire anche ai cittadini della Basilicata e del Sud cure appropriate alle proprie necessità di salute”

“Dei 208 centri specializzati nel trattamento dell’ictus presenti in Italia, solo il 22% si trova nel Mezzogiorno d’Italia, il 26% nel Centro e il 52% ha sede nel Nord. Dati che evidenziano una gravissima disparità territoriale che penalizza oltremodo i cittadini del Sud rispetto ad una malattia, l’ictus, che registra circa 90 mila ricoveri annui ed è la terza causa di morte in Italia dopo le malattie cardiovascolari e quelle tumorali”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale di Basilicata Oltre Giovanni Vizziello, che così commenta i recenti dati pubblicati dall’Associazione Italiana Ictus.

“Se pensiamo che ogni anno circa 100 mila persone sono colpite da questa malattia e che quelli che riescono a sopravvivere riportano spesso invalidità significative (paralisi, difficoltà motorie o del linguaggio e demenza) con conseguenti costi sociali ed economici elevatissimi – spiega Vizziello – si comprende perfettamente la necessità di garantire a tutti i pazienti, anche quelli del Sud Italia, una presa in carico rapida ed efficace e una riabilitazione appropriata”.

“Resta inteso che, per quanto concerne la nostra regione, occorre prioritariamente rafforzare l’operatività della Stoke Unit del San Carlo di Potenza – aggiunge Vizziello – consentendo a quest’ultima di erogare le prestazioni più innovative ed efficaci contro l’ictus come la trombectomia meccanica, attraverso l’assunzione di specialisti come i neuro radiologi interventisti, in grado di completare l’organico delle ottime professionalità che l’unita neurovascolare del San Carlo esprime”.

“Il passo successivo – spiega Vizziello – è quello di rendere effettiva la rete delle patologie tempo-dipendenti, che in concreto serve a stabilire compiti precisi per ciascuna struttura sanitaria regionale, evitando di portare il paziente affetto da ictus al pronto soccorso o al presidio sanitario più vicino e privilegiando il ricovero nella struttura sanitaria dotata di unità neurovascolare (Stroke Unit di I o di II livello) che soddisfi i requisiti di appropriatezza clinica ed organizzativa richiesti dal caso concreto.”

“La circostanza che a tutt’oggi in Italia più di 900 mila persone hanno avuto l’ictus e sono sopravvissute – conclude Vizziello – deve farci concentrare ogni sforzo su alcuni obiettivi primari come il rafforzamento della prevenzione primaria (lotta al fumo, alla sedentarietà, all’obesità e all’ipertensione arteriosa) e la cura dei pazienti con ictus nelle Stroke Unit, due autentici must che dobbiamo perseguire per garantire anche ai cittadini della Basilicata e del Sud cure appropriate alle proprie necessità di salute”.

 

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