Per il consigliere del Pdl vi è il fondato sospetto che le “manovre erano solamente finalizzate a finanziare il Consorzio Industriale pieno di debiti, l’idea del Campus era solo l’alibi”
“All’inizio – dice Rosa – doveva essere il Campus di Basilicata Innovazione e la Fondazione ‘Fiera di Basilicata’, almeno nelle intenzioni della Regione Basilicata. Difatti con la delibera n. 728 del 24 aprile 2009, la Giunta individuava nell’area industriale di Tito alcuni immobili di proprietà del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della provincia di Potenza. A meno di un mese – aggiunge Rosa – il 9 maggio 2009, la Giunta con la delibera n. 828 procedeva alla realizzazione degli obiettivi previsti dal precedente deliberato, dando la precedenza alla costituzione del Campus e prendendo atto dei cespiti individuati del Consorzio per autorizzare l’acquisizione da parte della Regione Basilicata. Seguiva la delibera di Giunta regionale n. 2054 del 25 novembre 2009, con la quale la Giunta approva il parere di congruità dell’Agenzia del Territorio di Potenza relativo al complesso ‘ex Liquichimica’ sito in Tito Scalo dal valore stimato di 14 milioni di euro e approva il programma 2009/2011 di acquisizione che prevedeva per il 2009 l’acquisto degli immobili individuati come ‘palazzina Bic’ e ‘lotto A’, per il 2010 l’acquisto degli immobili Cnr e Capi e per il 2011 l’acquisto dei rimanenti immobili”.
“Una serie di acquisizioni – afferma Rosa – per realizzare una struttura operante nelle politiche dell’innovazione e di una fondazione che risolvesse la mancanza di un idoneo spazio espositivo in Basilicata. Lodevole progetto nelle intenzioni che ha avuto una sua vita solo nei ‘fascicoli’ della Giunta regionale, in quanto nella sostanza sino ad oggi è rimasto accantonato. Invece, per l’acquisizione degli immobili si è andati avanti, le acquisizioni sono state portate a termine. In ultimo con la delibera di Giunta n. 32 del 18 gennaio 2011 è stato approvato lo schema di contratto per i beni in località ‘Santa Loja’ di Tito Scalo individuati come ‘complesso immobiliare Cnr’ e “capannone ‘Capi’ per complessivi euro 11.900.000. Dopo tutto ciò – prosegue Rosa – si scopre che un’immobile non serviva immediatamente denominato ‘Bic’, si cede in locazione allo stesso Consorzio Industriale di Potenza, vedasi la Dgr n. 140 del 15 febbraio 2011 per un canone mensile di 3.800,00 euro. Un’operazione che risulta alquanto strana, mentre si investono svariati milioni di euro per dar vita a un Campus per l’innovazione, si assiste per ora solo ad una ‘particolare compravendita’ il cui unico risultato è ricevere un modesto canone di locazione”.
“A tal proposito – comunica Rosa – è stata presentata un’interrogazione al presidente De Filippo affinché chiarisca alcuni punti della vicenda. Partendo dal mancato avvio del Campus Basilicata Innovazione, del quale è stato richiesto il progetto, lo stato attuale della sua realizzazione, e la specificazione dei fondi impegnati. Poi il dettaglio analitico degli investimenti immobiliari attuati con la specificazione delle somme impiegate e la loro provenienza ed i motivi amministrativi e/o politici per i quali dopo aver acquistato gli immobili dal Consorzio di Sviluppo Industriale di Potenza, alcuni di essi sono stati concessi allo stesso Consorzio in locazione. Inoltre quale sia la situazione attuale in cui si trovano i singoli immobili acquisiti, con l’evidenziazione di eventuali cessione a terzi e a quale titolo. Ed infine, ma non meno importante, la copia dei bilanci del Consorzio Industriale del 2009 e del 2010 con l’evidenziazione delle risultanze contabili (economiche e patrimoniali) relative alle vendite”.
“In passato – ricorda il consigliere del Pdl – avevamo denunciato che tutte queste manovre erano solamente finalizzate a finanziare il Consorzio Industriale pieno di debiti, l’idea del Campus era solo l’alibi. Oggi abbiamo la prova, anche questa volta sono stati dissipati oltre 14 milioni di euro in un’operazione che nei fatti non ha prodotto nulla tranne che salvare la faccia alla politica che ha gestito l’organismo Consorzio”.