Il consigliere regionale del Gruppo misto: “Interruzione Volontaria Gravidanza al San Carlo: da chi governa ci aspettiamo soluzioni, non mera solidarietà umana”
“Quanto accaduto ad una cittadina lucana, che ha denunciato sulla stampa di essere incorsa in un trattamento ‘disumano’ in occasione di una Interruzione Volontaria di Gravidanza effettuata presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, è assolutamente inaccettabile. Ed è palesemente insufficiente la presa di posizione espressa dall’assessore alla Sanità Franconi, la quale si è limitata ad esprimere “vicinanza” alla donna vittima di questa ‘odissea’. Da chi ha responsabilità di governo ci si aspetterebbe qualcosa di più di una semplice espressione di solidarietà umana”. Così il consigliere regionale del Gruppo misto, Giannino Romaniello che sottolinea: “già in passato, in una mia interrogazione, ho messo in rilievo la gravissima situazione in cui si trova la nostra regione in relazione all’esercizio del diritto alla Interruzione Volontaria di Gravidanza. Una situazione drammatica che vede la Basilicata seconda, a livello nazionale, nella vergognosa classifica dei medici obiettori di coscienza nelle strutture pubbliche, con una percentuale del 90,2 per cento. Il divario tra il personale sanitario iscritto alla categoria degli obiettori di coscienza e i non obiettori è infatti di 5 medici su 60. I pochi medici che adempiono al loro dovere subiscono uno stress lavorativo notevole e una discriminazione di fatto, dovendo, in pochissimi, assicurare un fondamentale diritto per le donne”.<br /><br />“Appare del tutto evidente – dice Romaniello – come tale dato renda di fatto difficile, se non quasi impossibile, l’applicazione della legge 194/78 ed il diritto all'interruzione di gravidanza libera e gratuita nella nostra regione. A seguito della mia interrogazione ci si sarebbe aspettati dall’Assessore una reazione volta ad attivare contromisure adeguate; una reazione che non c’è stata. E ancor più dopo questo caso, ci si sarebbe aspettati dal Governo regionale una posizione più netta volta non solo a comprendere i fatti accaduti e, nel caso, a chiedere l’attivazione di misure disciplinari per i responsabili di un eventuale comportamento discriminatorio e disumano ma anche e soprattutto indirizzata ad individuare le misure concrete ed urgenti che la Regione intende mettere in atto per garantire alle donne lucane l’esercizio del diritto alla interruzione volontaria di gravidanza, assicurando alle stesse un trattamento umano e consono ad un paese civile”.<br /><br />“Vogliamo ricordare alla Franconi come, ad esempio, la Regione Lazio – conclude Romaniello – abbia bandito un concorso riservato ai soli medici non obiettori di coscienza grazie al quale, dopo aver superato i vari ricorsi al Tar, l’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma ha un numero di medici sufficienti per applicare in modo efficacie ed umano la legge 194/78”.<br />