“Il superamento del contratto nazionale dei metalmeccanici e quindi la cancellazione dei diritti e all'affermazione in Italia di un modello aziendalistico e neocorporativo”, sono queste le impressioni del Segretario Generale della CGIL Antonio Pepe in merito al comportamento della Fiat che dell'accordo di Pomigliano cerca di fare un esempio per tutti gli stabilimenti del gruppo automobilistico italiano.
È inaccettabile lo strappo tentato dall'amministratore delegato Sergio Marchionne, che, approfittando della crisi economica e della situazione critica che si registra in ambito nazionale ed internazionale, sta cercando di forzare le regole di una contrattazione democratica e partecipata.
La CGIL Basilicata resta al fianco dei lavoratori dello stabilimento di Mirafiori che si stanno battendo per la democrazia e per i diritti.
Il punto è proprio questo, ribadisce Pepe, con queste forzature la Fiat vuole cancellare l'istituto del contratto collettivo nazionale, creando le condizioni per lasciare mano libera ad una contrattazione ad-hoc, stabilimento per stabilimento ed in estrema ratio, lavoratore per lavoratore. Quello che si sta mettendo in piedi è una attacco duro e frontale ai principi sui quali si regge l'intero impianto costituzionale e quindi l'essenza stessa della nostra repubblica democratica che, fino a prova contraria, è fondata sul lavoro.
Non si può chiedere ai lavoratori di barattare il lavoro con i diritti, è uno scambio inaccettabile per i lavoratori di oggi e per le future generazioni, che si troverebbero di fronte ad un mercato deregolato e senza nessun ancoraggio ad una visione solidaristica e socialmente sostenibile.
Bas 03