Questi alcuni pezzi dell’articolo della Provincia Pavese che apre nuovi scenari sul caso Claps:
“I resti di Elisa scoperti a gennaio – Le donne delle pulizie informarono i preti, ma nessuno chiamò la polizia-
Perché gli investigatori impegnati sul caso hanno raggiunto la certezza che più di una persona, in città, sapesse da tempo dove fossero nascosti i resti, ormai quasi mummificati del corpo di Elisa…
… Sapeva da gennaio don Ambroise Atakpa, per tutti don Ambrogio, il parroco della Trinità, che nei giorni scorsi è stato a lungo interrogato in questura assieme a don Vagno, suo giovane vice. I due sacerdoti sono stati ascoltati per diverse ore — tanto da uscirne «scossi» — proprio per chiarire le numerose contraddizioni emerse dalle indagini sul ritrovamento del corpo di Emanuela.
E con il questore ha avuto un lungo colloquio anche il vescovo metropolita di Potenza, monsignor Agostino Superbo.
Il prelato avrebbe dato conferme importanti sulla tempistica della vicenda. E a questo punto si torna a don Ambrogio che sapeva da tre mesi, ma che ha taciuto e non ha informato la polizia.
Sui motivi di questo silenzio, e su cosa sia accaduto nel frattempo, stanno indagando gli inquirenti della procura generale di Salerno, dove l’inchiesta è stata avocata per consentire il compimento di nuovi atti (tra i quali l’autopsia necessaria per procedere per omicidio ed evitare la prescrizione).
Appena l’altro ieri nel capoluogo potentino si mormorava di una soffiata arrivata nel segreto del confessionale.
Una voce. Come quella secondo la quale sarebbe don Mimì, il vecchio parroco deceduto nel 2008, l’uomo che si è portato nella tomba il segreto più pesante. Comunque sia andata da tre mesi le autorità ecclesiali — a che livello lo diranno le indagini — sapevano. Sapevano e non hanno informato gli inquirenti.
La prova dell’ennesimo atto di omertà attorno alla morte di Elisa Claps, sta nelle dichiarazioni rese a verbale da due testimoni chiave degli ultimi eventi. Si tratta di due donne chiamate a fare le pulizie nella soffitta della canonica.
Sono loro a gennaio che trovano i resti di Elisa nel sotto tetto. E sono loro che trafelate corrono ad avvisare il parroco. Poi su tutto cala il velo del silenzio. Un velo che si squarcia quando le due testimoni si trovano davanti agli investigatori.
Le prossime settimane saranno dunque decisive per arrivare ad una svolta attesa da 17 anni…”