La replica del segretario regionale dei Giovani Democratici alle dichiarazioni rese, dopo il suo commento alla visita del ministro Meloni, dal consigliere regionale del Pdl Michele Napoli
“Non mi hanno mai fatto notare di esser così invidioso e cattivo, ma se a dirlo è il brillante consigliere Napoli del Pdl, dispensatore di glorie e virtù teologali, moralizzatore della stirpe lucana, allora mi cospargo il capo di cenere e sono affossato dai sensi di colpa; desolato e privo di forze se il mio comunicato ha suscitato tanto ‘sconcerto ed amarezza’, sgomento e miseria. A dire il vero non ho mai discusso la furente carriera politica della giovane Meloni, né nutro invidia. Anzi con modestia e sommessamente: ad ognuno il suo. Continuerò a fare politica ed a criticare chi mi pare anche se il provinciale figlio di una casalinga e di un impiegato (il cui percorso personale e di studio non è certo in pasto al professor Napoli) non ricoprirà mai la carica di Ministro o, meno ancora, di consigliere regionale. Il diritto alla parola prescinde da cosa mangio a pranzo. Ma prima di eclissarmi tra le ceneri per il mio deludente curriculum politico, comunico di essere stupito dall’accanimento di Napoli soprattutto perché a ragionar con un ‘brillante’ scriteriato come me non s’avrebbe utilità alcuna, né personale né collettiva. Il roboante Virgilio del parlamentino lucano dovrebbe dribblare una fiera dell’Inferno: non ti curar di lui. Per far notare la differenza suggerirei prudenza, poiché tra un disperato ed il suo interlocutore non tutti distinguono. E tuttavia, per mera abnegazione e mai per vis polemica, mi preme tornare ai punti politici a cui Napoli non dà risposta alcuna. Il ministro senza portafoglio Meloni non ha avuto alcun ruolo, né positivo né negativo, sugli immani tagli a ricerca, cultura ed istruzione. Il ministro Meloni non ha detto in questi anni nulla sullo stato di precarietà permanente a cui sono sottoposte le giovani generazioni; non ha risposto una parola all’arrogante Ministro Brunetta che dice dei precari essere la parte peggiore dell’Italia. Dunque il quesito mi sorge automatico. Cosa conta la Meloni in questo Governo? Nulla. Eppure tra le deleghe assegnate al suo Ministero c’è anche quella di ‘promuovere e coordinare le azioni di Governo volte ad assicurare l'attuazione delle politiche in favore dei giovani in ogni ambito, ivi compresi gli ambiti economico, fiscale, del lavoro, dello sviluppo umano e sociale, dell'educazione, dell'istruzione e della cultura’ (DPCM del 15 giugno 2006). Tutto qua; e mi pare davvero poca cosa la realizzazione di un campus per scambiare racconti di vita e figurine ‘Panini’. Aggiungo che è apprezzabile lo sforzo dei giovani pidiellini nel chiedere la presenza del Ministro per rivendicare quegli spazi molto stretti tra le fila del loro partito (sorte uguale per tutti in verità). Solo non si capiva il taglio istituzionale dapprima e della seguente scarrellata di interventi politici e di posizionamento interno, conditi con attacchi alla sinistra ed al Pd. Non si è capita la chiusura del dibattito più ‘formale’ e dopo, a telecamere spente ma con la stessa platea, l’affondo di partito. Ci giunge voce che lo stesso Ministro non fosse proprio d’accordo: ma questo lo classifichiamo come un simpatico errore di gioventù e di mancanza di allenamento. Null’altro che questo. Sana e robusta passione. Non invidia, cattiveria, morte e distruzione. Passione e confronto. Magari con qualche sostantivo di troppo. Ma il ministro Meloni credo vada oltre il manierismo cortigiano e, non essendo mia intenzione sfidare, a me sarebbe piaciuto interloquire. Mi pareva non ce ne fosse occasione e non mi sarei mai sognato di compiere uno sgarbo, un atto squadrista. Ma almeno mi si lasci dire. Mi si lasci la parola. Se non concessa mi ritirerò a leggere ciò che non amo, a studiare ciò che non conosco. È questa la nostra cura. Così che l’apocalisse non si abbatterà sul futuro dei lucani ed essi non saranno stritolati nelle mani di giovani come me. Ma non ho mai pensato di avere questo potenziale nucleare. E soprattutto mi dispiace aver turbato, con inconsistenti insinuazioni personali, la calda estate di chi è abituato a parlare di politica ed a compiere uno studio matto e disperato sui numeri, i dati e le categorie dell’assoluto”.