“La UILM di Potenza e la RSU dello stabilimento SATA di Melfi Le scrivono, proprio in coerenza con la Sua lettera ai lavoratori della nuova “Fabbrica Italia”, per rappresentarLe come a Melfi sia avvertita la necessità di iniziare a dare una prospettiva di lavoro alle tante persone oneste impegnate in fabbrica e che attendono, proprio dalla FIAT, un segnale tangibile del cambiamento da anni annunciato”. Comincia così la lettera indirizzada all’amministratore delegato della Fiat Group Sergio Marchionne dal sindacato lucano.
“Se nella condizione esistente in fabbrica devono essere introdotti nuovi fattori motivazionali capaci di sconfiggere l’assenteismo, – proseguono Uilm e Rsu – il cambiamento atteso non può che mirare a: riposizionare la figura del lavoratore al centro dei processi produttivi;
cambiare la struttura del Premio di Competitività, attraverso l’istituzione del Premio di Presenza individuale.
Lungi da noi la volontà di dividere i lavoratori tra buoni e cattivi. Riteniamo, tuttavia, sacrosanto che una valutazione specifica per sito produttivo vada fatta e che, almeno ai lavoratori di Melfi, vada riconosciuto il Premio di risultato: un premio interamente guadagnato sul campo.
Solo per rispetto della memoria è necessario ricordare come nel 1993 non avemmo un attimo di incertezza nel condividere l’avvio di una fabbrica innovativa, basata su una flessibilità salariale d’ingresso che differenziava, in maniera sostanziale, gli aspetti retributivi dagli altri stabilimenti FIAT.
Al di là dei ruoli diversi che l’azienda e il sindacato svolgono, abbiamo preoccupazioni comuni e, probabilmente, l’eguale desiderio di mettere i lavoratori di Melfi nella condizione di appropriarsi, sempre più, della soddisfazione di partecipare ai successi della FIAT.
Anziché lasciar logorare la situazione tra vecchi e nuovi problemi, non pensa anche Lei che sia opportuno, anzi necessario ed urgente, rilanciare la sfida di Melfi? Non ritiene anche Lei come noi, egregio Amministratore delegato, che sono oramai maturi i tempi per iniziare ad impostare ed implementare territorialmente una contrattazione di II livello, così come previsto dalla recente riforma della struttura contrattuale, partendo appunto dalla SATA?
Non abbiamo la presunzione di inserirci nelle questioni strategiche che Le sono proprie, ma desideriamo che conosca la disponibilità dello stabilimento lucano a costruire nuove relazioni di fabbrica e ad acquisire per la SATA la produzione di nuovi modelli.
Avvertiamo la necessità di stimolare un supplemento di riflessione e di audacia, tanto nel sindacato quanto nell’azienda. Confidiamo che Lei non mancherà di riservare a questo invito l’attenzione che merita”.
BAS 05