“E' grave che in una condizione di pesante crisi economico-finanziaria il Governo non investa sull'agricoltura”. Lo dice la senatrice Maria Antezza a proposito della manovra finanziaria. ” L’agricoltura non ha mai avuto una crisi così profonda, così generalizzata, che ha colpito tutte le filiere, il Sud come il Nord. I dati ufficiali dicono che il 50% delle nostre aziende è a rischio di chiusura e che le imprese agricole meridionali non riescono più a realizzare reddito dalla propria attività, sono colpite da atti esecutivi, ingiunzioni, sequestri e non possono più accedere al credito, in quanto i veri proprietari delle terre sono le banche. Allo stato attuale, non risulta ancora definitiva la questione contributiva pregressa mediante il processo di ristrutturazione della debitoria INPS, determinata a causa dell’elevata misura di contribuzione posta a carico delle aziende in aperta ed evidente controtendenza con quella in vigore negli altri Paesi della CEE”. Antezza fa presente che: “L’Italia è stata uno dei pochi Paesi UE a non aver adottato una politica nazionale straordinaria necessaria a sostenere il settore agroalimentare, in un momento di forte sofferenza, e a fronteggiare l’emergenza dei principali mercati agricoli colpiti dalla crisi internazionale. Il settore agroalimentare necessita di un complesso di misure in grado di sostenere i redditi e ridurre i costi produttivi, contributivi e burocratici, favorendo il rilancio della competitività e permettendo un inizio di ripresa economica del settore. Vorremmo conoscere – e su questo abbiamo interrogato il Governo – quali sono le ragioni che ancora si frappongono all'accoglimento della richiesta di riconoscimento della crisi del comparto agroalimentare avanzata dalla Conferenza Stato Regioni e in particolare dalle Regioni Basilicata, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Puglia, allo scopo di porre gli imprenditori agricoli nelle condizioni di beneficiare di quanto disposto dalla Legge 71/2005 che allo stato degli atti risulta l’unica effettiva possibilità di vedere temperati gli effetti di una crisi inedita e senza precedenti. Perché il Governo non vuole riconoscere responsabilmente lo stato di crisi del comparto, soprattutto per quelle regioni del Sud che rischiano il collasso? Gli agricoltori italiani e in particolar modo quelli del Mezzogiorno attendono ormai da tempo risposte, risorse finanziarie e interventi a sostegno alle loro richieste”.
“Con la manovra finanziaria il Governo ha tradito l'agricoltura e coloro che operano nel settore – è' drastico il giudizio di Maria Antezza, che sottolinea la mole dei tagli: una riduzione degli stanziamenti per il triennio 2011 -2013 pari a 58,2 milioni di euro, di cui oltre i due terzi riguardano investimenti, e a cui vanno sommati i tagli già
operati in sede di approvazione del bilancio e della Finanziaria 2010, che avevano già prodotto la riduzione di un quinto degli stanziamenti (cioè -20%) rispetto al 2009. Rileviamo anche un ulteriore danno al comparto attraverso la soppressione di alcuni Enti che curano la ricerca applicata all'agricoltura”. Antezza continua: “L'unica eccezione riguarda il beneficio della CIGS, esteso al settore pesca grazie all'originario emendamento del Gruppo Pd, ma per il resto si ha netta la percezione
di una totale indifferenza della sofferenza del Settore Primario da parte del Governo, purtroppo assecondata dalla maggioranza per mera necessità politica. Tutto questo avviene mentre si registra una situazione veramente preoccupante, se è vero – come è vero – che il calo dei redditi agricoli in Italia nel 2009 è risultato del 25% e cioè esattamente il doppio del 12,5 % nell'Unione Europea. L'Italia è il secondo paese ad aver subito un così massiccio calo del reddito agrario”. “Ci saremmo aspettati da questa manovra una attenzione alla competitività economica e una risposta adeguata alle problematiche del comparto, attraverso politiche tese per un verso a fronteggiare l'emergenza e per l'altro a costruire un piano mirato di ammodernamento e di rilancio competitivo”. “In merito alla spinosa questione delle quote latte – ha poi affermato Antezza – la Commissione Bilancio ha approvato l'emendamento del Relatore 40.1000 (Testo 2) che prevede la sospensione fino al 31.12.2010 del versamento delle rate relative ai debiti pregressi sulle multe delle quote latte. Un regalo del Governo e della sua maggioranza agli allevatori furbi e “splafonatori”, un ulteriore danno agli allevatori onesti ma anche uno sfregio alle regole ineludibili della Commissione Europea. Non a caso, il Ministro Galan aveva minacciato le dimissioni nel caso in cui fosse passato quell' emendamento. E ora? Vedremo l'evolversi degli eventi prima di dire la nostra su questa assurda questione”. “Va poi sottolineato come questa manovra iniqua, con i suoi pesantissimi tagli alle Regioni e agli Enti locali renderà ancora più povera la nostra agricoltura e acuirà le difficoltà degli operatori del settore”
BAS 05