La comunità creativa lucana Cresco ha diffuso una lettera aperta in relazione alle attività programmate dalla Fondazione Matera2019. Qui di seguito il testo integrale della lettera.
"Più di un anno fa, la giuria europea sanciva la vittoria di Matera come Capitale Europea della Cultura 2019. Nel suo report di valutazione così si espresse:
“La giuria è stata colpita da come, quello che inizialmente era null’altro che un’iniziativa popolare, si sia evoluta in un elemento formale collocato al centro della pianificazione cittadina e regionale. Questo interfacciarsi di partecipazione dei cittadini con le finalità culturali e sociali è continuato nella messa a punto del programma […] La giuria richiede […] che i vari Board intendano il loro ruolo come strategico e non esecutivo, di indirizzo e rappresentanza. L’aspettativa è che politici e personale di nomina politica costituiscano la minoranza nei vari Consigli (e possibilmente non rivestano ruoli di presidenza).”
E’ indispensabile sapere se la riunione celebrata nei giorni scorsi dal Consiglio d’indirizzo della Fondazione Matera-Basilicata 2019 abbia rimarcato i principi sanciti dal dossier che, è utile ribadirlo, è stato alla base della vittoria di Matera e della Basilicata e, per questo, deve essere la stella cometa da seguire di qui al 2019.
Purtroppo, però, in questi ultimi sedici mesi che ci separano dalla proclamazione poco è stato fatto per renderlo esecutivo. La partecipazione dei cittadini e il coinvolgimento della scena creativa e culturale dell’intera comunità regionale, nonché nazionale ed europea, sono elementi scomparsi dalla pianificazione di un laboratorio cruciale per il Sud, per l’Italia, per l’Europa. Un laboratorio che, su di una dimensione nuova della cultura, vuole costruire elementi di forte cambiamento della società, uscendo dalla logica di una politica del gesto e dell’evento, per costruire lavoro, nuove economie, nuovi sensi di comunità.
Sembra che nell’ultimo Consiglio sia venuta la proposta di nominare tre direttori – artistico, marketing e amministrativo – che andranno ad affiancare il Direttore Generale. Ci chiediamo: con quale modello di governance? Con quale livello di efficacia ed efficienza? E quale ruolo per la scena creativa regionale, assoluta protagonista dell’intero processo affinché sia elemento di garanzia del dossier e dei principi che lo hanno ispirato?
E’ risaputo che la stessa Fondazione, a seguito anche delle sollecitazioni dell’incontro avuto a Bruxelles a settembre 2015 aveva commissionato una strategia di governance affidandola ai massimi esperti del settore, Lucio Argano e, in particolare, Robert Palmer, la figura di riferimento europeo per le Capitali Europee della Cultura.
Lo studio da loro redatto è stato retribuito con fondi pubblici, ma non è stato mai reso pubblico.
Conoscendo la filosofia di Palmer, possiamo ipotizzare che lui abbia immaginato un’ampia e coinvolgente governance orizzontale, in particolare con l’apporto della scena creativa e culturale regionale quale garante di tutto il processo Matera-Basilicata 2019.
La Comunità dei creativi è in grado di assicurare un supporto strategico perchè si attui una governance, la più condivisa possibile. Accogliamo peraltro le parole del vice-presidente della Fondazione, ovvero del Presidente della Regione, Marcello Pittella, che ha dichiarato di voler aprire consultazioni prima dell’approvazione definitiva, augurandoci per esempio l’organizzazione di una assemblea pubblica alla presenza dello stesso Cda e del direttore della Fondazione.
Richiediamo già da oggi che, per una discussione informata di tutti, vengano pubblicati:
1. il report dell’incontro con la Commissione Europea del settembre 2015;
2. il piano della governance redatto da Argano-Palmer;
3. il verbale dell’incontro del consiglio di indirizzo.
Per concludere: questa situazione non fa che confermare il “male politico” che attraversa le varie Capitali Europee: questo continuo rallentamento e controllo della politica ha prodotto sempre stravolgimenti dello spirito iniziale dei dossier (a San Sebastian, ECoC 2016, sono cambiati 5 direttori, a Leeuwarden, ECoC 2018, già 3 – e mancano ancora 2 anni).
La Basilicata (e il Sud Italia) ha davvero voglia di cambiare? Siamo in grado di essere un vero laboratorio innovativo per l’Europa? Siamo davvero in grado di trasformare i percorsi virtuosi come quello dell’ECoC in opportunità di crescita culturale, sociale e del lavoro?
La partecipazione in piazza di San Giovanni a Matera, quel 17 ottobre 2014, deve essere forza e sostanza sempre. Deve essere l’essenza di un processo di comunità che va ancora costruito secondo le visioni espresse nel dossier, che ha vinto rispetto ad altre autorevoli candidature come Ravenna, Siena, Perugia, Cagliari e Lecce e per questo va preservato a tutti i costi.
Va costruito a Matera, in Basilicata, nel Sud Italia, dove è possibile essere luogo di elaborazione e di sperimentazione per l’Europa intera, in particolare per le nuove generazioni.Siamo pronti a giocare le nostre carte migliori perché Matera-Basilicata2019 sia una pietra miliare per il futuro delle industrie culturali e creative italiane come elemento di reale cambiamento della comunità.
L’auspicio è che insieme a tutti i principali attori, si possano raggiungere gli ambiziosi obiettivi che Matera si è data. Solo così questa sfida epocale potrà essere vinta da tutti".
Al documento hanno aderito una cinquantina di associazioni lucane.
bas04