Il consigliere del Pdl, alla luce del nuovo status di Aqp, chiede di conoscere le intenzioni dell’Esecutivo regionale “per esigere, in tempi brevi, dalla Regione Puglia i 12,5 milioni di euro di credito e quale sarà la loro effettiva destinazione”
“L'Acquedotto Pugliese, su decisione della Giunta regionale della Puglia, si trasforma da Spa in Azienda pubblica regionale e l'assessore regionale alle Opere Pubbliche della Regione Puglia, Fabiano Amati, ha riferito che la Regione Basilicata vanta un credito certo ed esigibile di 12,5 milioni a seguito dall'Accordo di Programma stipulato nel 1999, con cui e' stata sancita la divisione dell'Acquedotto (beni immobili, concessioni, etc) tra le due Regioni. La variazione di bilancio prevista per la regolazione dei rapporti finanziari con la Regione Basilicata sarà compensata dall'utile di 35 milioni del bilancio 2010 registrato dall'Acquedotto Pugliese”. Sono queste le premessa di un’interrogazione del consigliere regionale Franco Mattia (Pdl) rivolta al presidente della Giunta, Vito De Filippo, per sapere “quali azioni ha messo in campo la Giunta per esigere, in tempi brevi, dalla Regione Puglia i 12,5 milioni di euro e quale sarà la loro effettiva destinazione”.
Secondo Mattia “l’atto della Regione Puglia deve accelerare il processo di riforma degli enti che a vario titolo si occupano nella nostra regione della gestione dell’acqua, sia ad uso potabile che irriguo ed industriale, riconoscendo, una volta per tutte, le importanti funzioni che esercita da molto tempo l’Ente Irrigazione di Puglia e Lucania che non può in alcun modo essere superato, come hanno tentato di fare inutilmente i governatori De Filippo e Vendola, perché gestisce importanti impianti idrici e la programmazione e ultimazione di rilevanti opere degli schemi idrici del Sud. E’ piuttosto il ruolo di Acqua spa che – dice il consigliere del Pdl – non è affatto chiaro”.
Quanto alle risorse che arriveranno presto nelle casse della Regione Basilicata per effetto del nuovo status di Aqp (Acquedotto Pugliese), per Mattia “devono essere indirizzare esclusivamente a programmi di salvaguardia e tutela dei bacini idrici, degli invasi e di difesa del suolo contro il rischio sempre presente di alluvioni”.