Mattia: servizi e valorizzazione piccoli ospedali

“Avremmo preferito parlare di riforma sanitaria”

“L’assessore Martorano avrebbe dovuto evitare il calvario alla comunità di Pisticci e di Tinchi costretta a difendere il proprio presidio sanitario, dopo averlo faticosamente conquistato, dopo averlo costruito e valorizzato, nella consapevolezza di offrire a quel territorio servizi efficienti dal punto di vista sanitario e socio-sanitario, nell'ottica di un miglioramento qualitativo del sistema sanitario più in generale in grado di dare risposte rapide ma anche appropriate”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale, Franco Mattia (Pdl), sottolineando che “fare politica, significa assunzione di responsabilità, alle volte, di una responsabilità anche forte di fronte ai cittadini ed anche di fronte alla comunità”

“Non mi sembra – continua Mattia – che in questo inizio di legislatura l’assessore Martorano abbia dato una risposta convincente e chiarificatrice sulla sanità lucana, tanto meno su una sanità migliore per tutti e più vicina ai cittadini, né sul destino dell'ospedale di Tinchi che va tutelato e difeso. Lo abbiamo visto anche in occasione della reperibilità telefonica dei medici e dei pediatri che si è convertita e rimodulata in una ritrattazione telegrafica, ripercorrendo un sentiero già tracciato, dentro il quale hanno fatto da richiami interessi di potere ed effervescenze clientelari tipiche delle smagliatura epidermiche del centro sinistra”.

“Avremmo preferito – dice Mattia – che in Consiglio regionale, invece, di Tinchi si fosse parlato della Riforma sanitaria, di una riforma più vicina ai cittadini, più radicata sul territorio, per mettere fine al sistema delle code nella diagnostica, alle inefficienze, alle disfunzioni, e alla emigrazione sanitaria che registra dati sempre più preoccupanti ed allarmanti e che assorbe rilevanti risorse finanziarie. Avremmo voluto che l'ospedale di Tinchi avesse già trovato organica sistemazione nel nuovo pianeta sanitario. Da anni, aspettiamo un progetto di riforma, una riforma radicale del sistema stesso, che metta il malato al centro e tutto il resto, personale e strutture, intorno a lui. Qui non ci sono dogmi, non si tratta di strumentalizzare la politica o il governo Berlusconi sui tagli operati, chiarendo subito che nella sanità non vi sono stati tagli, anzi vi è stato un incremento del fondo nazionale, da cui alla sanità lucana arrivano oltre un milione e duecento milioni, non si tratta di salvare lo Stato dall'aggressione dei privati o del mercato selvaggio, qui si tratta di provare, di sperimentare una via diversa da quelle tracciate fino ad oggi e che non hanno prodotto risultati apprezzabili. Qui si tratta di cercare nella realtà delle strutture ospedaliere presenti sul territorio la strada percorribile, valorizzando Tinchi come altri ospedali, e che porti veramente al centro chi ha il diritto di starci, che è il malato. In sintesi, occorre mettere il malato al centro e i vari soggetti che devono servirlo attorno a lui, e in concorrenza tra loro perché siano stimolati a dare il meglio di se stessi. Ciò significa stabilire quali strutture sanitarie pubbliche e private siano in grado di offrire servizi che garantiscano un livello di qualità competitivo”.

“Occorre – conclude Mattia – fare delle scelte, senza tentennamenti di sorta, che siano finalizzati alla riorganizzazione dei servizi ed alla valorizzazione di piccoli ospedali, che sono fortemente ancorati sul territorio, come quello di Tinchi, partendo con una offensiva culturale ed operativa sul bene salute per ridisegnare un più efficiente ed efficace servizio sanitario regionale”.

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