(Artè) Melfi (Pz) – Venti detenuti raccontano la storia degli emigranti di ieri e di oggi: succede alla Casa circondariale della città federiciana dove oggi andrà in scena lo spettacolo teatrale “Io vado via”, momento conclusivo dell’attività laboratoriale svolta nell’istituto penitenziario lucano dalla Cooperativa Zero in Condotta, in collaborazione con l’associazione culturale L’Albero.
A partire da ottobre 2009 e per il quinto anno consecutivo, infatti, alcuni detenuti del carcere melfitano sono stati coinvolti in un progetto artistico, educativo e culturale fortemente voluto dal responsabile dell’area educativa, Michele Giammatteo, e sostenuto dal direttore Giuseppe Altomare. Ideato da Mariangela Corona, presidente della Cooperativa e con la regia di Alessandra Maltempo, presidente dell’associazione – lo spettacolo teatrale ripercorre la vicenda umana degli uomini costretti a lasciare la propria terra per cercare fortuna altrove.
Immagini, foto, video, dialoghi e canzoni scandiranno le tappe di un percorso spesso doloroso: dalla scelta di partire al momento del viaggio fino all’approdo nel nuovo mondo. Una storia che si ripete ciclicamente, accomunando gli emigranti di ieri – quelli che nei primi del ‘900 e negli anni ’50 partivano dall’Italia con le loro valige di cartone e poche foto stropicciate – a quelli di oggi, che si presentano sulle nostre coste con tutta la loro disperazione.
Tutti con le stesse facce, la stessa paura, tutti accomunati dalla certezza della partenza e dall’incertezza dell’approdo. “Abbiamo il dovere della memoria”, afferma Mariangela Corona. “Anche gli italiani sono stati emigranti: poveri, malvestiti, ignoranti, impauriti e coraggiosi. Qualcuno ce l’ha fatta, qualcuno no. Oggi che la storia si ripropone, la nostra memoria si perde dentro un razzismo che non potremmo permetterci. Perchè quella gente siamo noi, siamo stati noi. Non dobbiamo dimenticarlo mai”. Un piccolo omaggio pieno di rispetto e consapevolezza, insomma, che vedrà in scena alcuni detenuti, accompagnati sul palco da Palma Santangelo, attrice della compagnia “L’Albero”.
“Mi ritengo molto fortunato ad aver avuto la possibilità di frequentare questo laboratorio – spiega Alfredo, uno dei detenuti che ha partecipato alle attività – perchè è riuscito a trasmettermi, in un posto brutto, tante cose belle”. “Il teatro è un'arte che produce sempre effetti positivi, gli fa eco Salvatore – perchè dà la possibilità di confrontarsi con gli altri, di mettersi in gioco, di ritrovarsi e sperimentarsi”.
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