Minacce a Tempa Rossa e giornali, Rosa: la politica reagisca

Per il consigliere regionale del Pdl bisogna evitare che il legittimo dissenso sulle questioni petrolifere diventi un alibi per chi intende mettere in atto azioni volente

“Che sia opera di un folle, un mitomane, un gruppo reale e pericoloso sarà compito della magistratura e degli inquirenti accertarlo, quindi ogni commento sull’accaduto meglio posticiparlo a quando vi saranno chiarimenti e prove. Intanto però la piena solidarietà alla redazione di Basilicata24 ed allo stesso Quotidiano, che pur non essendo stato minacciato direttamente ha fatto bene ad evidenziare l’accadimento e nel sottolineare la particolarità della minaccia”. E’ quanto scrive il consigliere regionale Gianni Rosa in un articolo inviato alla stampa locale nel quale commenta i volantini contenenti minacce a Tempa Rossa recapitati nei giorni scorsi alle redazioni di “Basilicata 24” e del “Quotidiano della Basilicata”.

“Credo che in ogni caso sia un segnale da non sottovalutare e né da minimizzare seppur fosse un gesto isolato o non pericoloso per una serie di motivazioni – aggiunge Rosa -. Per prima cosa, la minaccia verso la libera stampa è indice di un’intolleranza e inciviltà che non devono essere accolte e devono essere fermate con sdegno da chiunque in qualunque modo legale e democratico. La politica non può stare ferma o tacere su questi episodi. Poi, che il legittimo dissenso sulle questioni petrolifere sia alibi a gruppi organizzati per azioni pericolose verso persone, cittadine e anche cose, va stroncato sul nascere e condannato senza se e senza ma da tutti”.

“Il mio timore è che nel clima attuale, di un abbandono della politica verso le tematiche più sentite dai cittadini, in un periodo di vera crisi che mina la qualità della vita delle classi sociali più deboli, anzi si allarga la fascia delle famiglie e degli individui che hanno difficoltà ad avere un tenore di vita dignitoso, cui aggiungiamo la disoccupazione e una mancanza di prospettive nel futuro – aggiunge ancora Rosa -, si rischia realmente di andare incontro a gesti estremi, anche violenti e illegali. La politica deve dare una risposta e lo deve fare incominciando a discettare meno sui bizantinismi del Palazzo e operare di più per il bene comune, pensare meno a ‘filosofeggiare nei salotti’ e far sentire la sua presenza nella società, pensare meno ai ‘nostri privilegi’ ed interrogarsi seriamente a cosa sia utile per la cittadinanza”.

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