Navazio su rinnovo Ufficio di Presidenza

Il presidente del gruppo “Io amo la Lucania” in Consiglio regionale invita il presidente Folino e il consigliere Mollica a non dimettersi

“Il dibattito politico di questi giorni è animato dai soliti riti: apparire scandalizzati, fare finta di niente o addossare colpe alla ricerca del traditore. L’anomalia di un voto ha messo in crisi un collaudato sistema di gestione fatto di relazioni ed intese che, il più delle volte, è degenerato nel classico inciucio sotterraneo (ma guai a parlarne!)”. E’ quanto sostiene il presidente del gruppo “Io amo la Lucania” in Consiglio regionale, Ernesto Navazio, il quale nell’affermare “allora ben venga l’anomalia”, si domanda: “Da più parti non si è forse chiesto una scossa che svegliasse dal torpore questa nostra regione?”.

A parere di Navazio “gli analisti della politica storceranno il naso, i salottieri ed i puristi altrettanto, i commentatori pontificheranno sugli uni e gli altri. C’è un però che non si vuol vedere”. “Le elezioni regionali 2010 – sottolinea il consigliere – hanno consegnato una maggioranza e due minoranze (al netto dei numeri). Quella del Pdl che si è frantumata già in occasione della prima elezione dell’Ufficio di presidenza (Falotico e Mollica votarono per il presidente Folino). E quella di Io Amo la Lucania che, con audacia, si autocandidò alla presidenza del Consiglio (ma che fu liquidata senza battere ciglio dalle coalizioni di centro destra e centro sinistra). Il concetto di minoranza non va giù perché appena si apre uno spiraglio vale la legge dei numeri”. “È passato un anno. Ho avuto modo, purtroppo – prosegue Navazio – di constatare il sistema di interlocuzione fra i capigruppo Pd e Pdl che ha sempre, in un patto di reciproco riconoscimento di forze, ignorato le altre espressioni presenti in Consiglio (guardate con fastidio e, a volte, con supponenza). Il voto di martedì scorso non mi scandalizza. Mi scandalizzo, piuttosto, quando non si parla in aula e gli accordi si cercano via sms o fuori della stessa. Mi scandalizzo, ad esempio, quando buone proposte di legge sono sistematicamente ignorate solo perché provengono da una parte (e per non dare un vantaggio all’avversario). Mi scandalizzo che lo Statuto non venga calendarizzato e che sia fermo nella discussione perché i capigruppo Pd e Pdl non riescono a trovare la quadra con i rispettivi consiglieri”.

Il presidente del gruppo Ial si chiede: “E quelli che si scandalizzano per il voto di martedì cosa dicono? Un voto che ha messo in gioco tutti. Chi può dire di avere votato scheda bianca? Chi può dire di non avere votato Tizio o Caio? Siamo vicini alla fantapolitica?”. “Non credo – afferma. Credo, però, che il ‘consigliere’ si sia appropriato di una propria prerogativa. Che poi è quella che si chiede in ogni votazione. Votare secondo coscienza nell’interesse generale e senza vincolo di mandato (figurarsi quello partitico). Io ho votato per il presidente Folino non sollecitato da chicchessia. Nessuno si è scandalizzato, né si sono invocate riunioni per comprendere l’anomalia. E non si parli di voto inquinato! Il Capogruppo Viti non si è nemmeno accorto di tale voto”. “Il presidente Folino, che invito a proseguire nella strada della indipendenza finora percorsa – asserisce – ha dimostrato di assicurare tutte le garanzie che il singolo consigliere si aspetta. Pertanto, lo invito a non dimettersi. Il voto esercitato è stato spontaneo e libero. Mi dispiacerebbe che diventi di parte”.

“Io ho votato per il collega Mollica – continua ancora Navazio – intuendo che c’erano spazi (chi frequenta ogni giorno il lavoro in commissione ‘sente’ l’aria che tira) per l’affermazione di un bravo ed esperto consigliere che potesse amplificare il ruolo di un Ufficio garante di tutti. Anche a lui consiglio di non dimettersi. Il voto, ricordo, è stato spontaneo e libero”. Per l’esponente Ial “ora si vuole ricorrere ai ripari”. “Da chi? -si chiede – e da che cosa? Il voto deve essere separato, disgiunto per evitare interferenze. E poi come decidiamo? Con la legge dei numeri? È un criterio. Ma l’Ufficio di Presidenza rappresenta tutti e non una parte!”. “C’è un dato da martedì – conclude. Un’altra minoranza ha consolidato la sua presenza. Il dialogo non può essere relegato solo ai due gruppi consiliari maggiori. Le elezioni del 2010 hanno consegnato ‘un piccolo centro’ in alternativa al Pd e al Pdl rompendo uno schema che si trascinava da anni. Gli ultimi accadimenti nazionali mostrano che c’è necessità di aria nuova. Sia nelle coalizioni che nei singoli partiti. E come cantava qualcuno ‘non c’è bisogno di un meteorologo per sapere da che parte spira il vento’”.

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