Nicola Lerra, Lucano insigne

Il giovane musicista di Nova Siri è compositore e pianista italiano pluripremiato, riconosciuto come uno dei giovani talenti musicali più innovativi nel panorama internazionale

Nicola Lerra, lucano insigne 2018, compositore e pianista italiano pluripremiato, è riconosciuto come uno dei giovani talenti musicali più innovativi nel panorama internazionale secondo IMDb, la più importante banca dati di star al mondo. È a capo della Film Music Score, una Compagnia da lui fondata che si occupa di realizzare colonne sonore per opere cinematografiche e in ambito televisivo. Le sue opere si distinguono per l’integrazione del suono di musica elettronica con arrangiamenti orchestrali tradizionali.

Che Nicola Lerra, originario di Nova Siri, cittadina balneare sulle coste ioniche del materano, fosse un talento lo si era capito da subito, da quando ancora bambino, sprofondato in una poltroncina al cinema, anziché essere rapito dalle immagini, viene catturato dal suono, dalla musica che gli entra dentro e gli stravolge la vita, diventando la sua unica passione fino a farlo diventare, così giovane, uno dei musicisti più apprezzati a Hollywood, la Mecca del cinema.

“La mia passione per la musica nasce come nasce per tanti ragazzi – ci dice Lerra. Ti incuriosisci e ti appassioni, inizi a studiare, vuoi capirne sempre di più, cerchi di portare avanti i tuoi progetti e le tue ambizioni giorno dopo giorno. La musica è sempre stata la costante nella mia vita, ho iniziato con il flauto traverso e subito dopo mi sono appassionato al pianoforte e alla chitarra. Mi sono appassionato sempre più anche al cinema e infine ho unito le due cose dedicandomi alla composizione di colonne sonore per prodotti cinematografici. Quello che voglio dire è che il pianoforte è diventato, negli anni, il mio migliore amico ma ogni giorno cerco di comprendere di più sul suono che ogni singolo strumento di un contesto orchestrale emana, per poi cercare di evolverlo e migliorarlo, in quello che penso sia il mio desiderio di ricerca verso un nuovo suono.

Ho iniziato prestissimo a studiare musica, avevo solo sette anni. Il film che mi fece appassionare e avvicinare alla composizione fu The Last Samurai diretto da Edward Zwick ambientato in Giappone durante la Ribellione di Satsuma, musiche di Hans Zimmer. Non avrei mai immaginato che la musica potesse stravolgere il mio stato d’animo e diventare parte di me negli anni, così come non avrei mai immaginato un giorno di avere l’onore di ricevere elogi dal Maestro. Zimmer è il modello che seguo da anni assieme ad altri quali Alexandre Desplat, Ennio Morricone, James Horner, Ludovico Einaudi e altri. Zimmer si avvicina molto al mio carattere, al mio pensiero di fare musica, di creare musica. Io ho il mio stile e penso che essere se stessi sia l’arma vincente per raggiungere obiettivi importanti e il successo”. 

Nicola Lerra a sedici anni compone le sue prime composizioni per orchestra e incide il suo primo album intitolato “Time” a (Portland,Oregon). A venticinque anni è il primo e unico vincitore italiano di giovane età del prestigioso Hollywood Music in Media Awards, riconoscimento che onora compositori e musicisti professionisti che si adoperano nell’industria cinematografica per prodotti audiovisivi quali film, trailer, Serie Tv, spot commerciale. Ospiti e candidati presenti alla serata i compositori e musicisti premi Oscar Alexandre Desplat, Justin Hurwitz, Alan Silvestri, Hans Zimmer e con quest’ultimo Lerra si perfeziona a Los Angeles. Tra le produzioni più importanti e note del Maestro Lerra vi sono: “The New Era” colonna sonora composta e dedicata al Final Trailer del celebre film targato Marvel “The Amazing Spider-man 2 – Il Potere di Electro” con più di un milione di ascolti nelle piattaforme musicali e video , al cortometraggio di animazione “My Grandfather Was a Cherry Tree” diretto dalle registe russe Tatiana Poliektova e Olga Poliektova, sue le musiche di questo prodotto considerato e giudicato come un capolavoro dai festival Internazionali e dalle giurie più prestigiose tra cui Sofia Coppola, julienne Moore entrambe vincitrici di un oscar.

Quando si è giovani si hanno tanti sogni nel cassetto. A volte questi sogni restano tali perchè irrealizzabili o solo perché la vita ti porta su altre strade. Qualche volta però i sogni diventano, per chi li insegue, una vera e propria ragione di vita, un obiettivo da inseguire e realizzare con fatica e passione. Ed è proprio quest’ultima che ha spinto il giovanissimo, oggi maestro, Lerra a rinunciare anche ad una vita ‘normale’, a cominciare da quella adolescenziale, nel suo piccolo paese di origine.

“Penso che ciò – ci spiega – sia del tutto normale quando si decide di intraprendere determinate strade. Sapevo che avrei dovuto rinunciare a qualcosa, non solo alla mia fase adolescenziale, e l’ho fatto, oggi penso ne sia valsa la pena”.  Ma Lerra è stato anche selezionato nella lista dei settanta migliori cortometraggi di animazione agli Oscar 2017. Di recente ha suonato per il premio Nobel per la pace, il Prof. Muhammad Yunus, in occasione della cerimonia di consegna della “lampada della pace” uno dei riconoscimenti più importanti della chiesa cattolica, evento tenutosi presso la Basilica superiore ad Assisi.

Oggi i confini geografici si sono accorciati e se prima un musicista chi nasceva in una grande città del nord era avvantaggiato e poteva con più facilità farsi conoscere, è evidente che ora si possono portare avanti progetti validi anche partendo da luoghi periferici come la Basilicata o altre regioni del sud. Internet ha accorciato le distanze geografiche e ha moltiplicato le possibilità, ma c’è anche l’aspetto del luogo di provenienza: oggi forse un musicista, che viene ad esempio dalla nostra regione, ha uno sguardo privilegiato che si esprime nel modo in cui percepisce le cose.

Abbiamo chiesto a Nicola Lerra cosa gli ha dato la sua regione di origine, la Basilicata e con che occhi la guarda oggi. “La guardo – dice – con gli stessi occhi con cui la guardavo quando ho avuto la possibilità di viaggiare e di conoscere le peculiarità di altri Stati e ho sempre pensato e avuto la convinzione che sarebbe diventata quello che oggi tutti riconoscono.  Certo, sono molto legato e cerco sempre di onorarla e portare le mie origini con orgoglio”. Il maestro Lerra, che ha scommesso su stesso e ha vinto, anche dopo essere diventato famoso, non ha vissuto la sua appartenenza ad una piccola regione come la Basilicata come una sorta di rivalsa in un contesto nazionale che ancora oggi parla e vive di stereotipi rispetto ai meridionali. E ci spiega il perché. “Sono un ragazzo semplice, pragmatico e che vuole mettersi sempre in gioco. Personalmente non mi ha colpito questa sorta di rivalsa, ultimamente rientrando in Italia sono stato invitato a partecipare a diversi eventi, per citarne alcuni, a Modena in giuria al Premio Pierangelo Bertoli, ad Assisi presso La Basilica Superiore di S. Francesco D’Assisi dove ho suonato per il Premio Nobel per la pace il Prof. Muhammad Yunus, a Roma presso le Nazioni Unite, di recente ho parlato al TeDx di Treviso, in tutti questi eventi ho sempre ricevuto una profonda stima. Io penso che gli stereotipi li crea chi ha paura di confrontarsi, chi non accetta l’intelligenza altrui e chi non è aperto all’evoluzione della specie e della scienza”. 

Tanti i premi ricevuti dal maestro Lerra: dall’ Akademia Music Awards di Los Angeles per l’album del film “In The name od a God”, scritto nel 2016, tre Global Music Awards, un Los Angeles Cinefest awards, un Los Angeles Short awards, un Hollywood Boulevard Awards ed un Chandler International Film Awards, per la miglior colonna sonora dei film “My Grandfather was a Cherry Tree” e “In The Name of a God”. Giovane talento, ormai affermato nel panorama internazionale, Nicola Lerra non si è montato la testa e non sale in cattedra per dare consigli ai giovani che decidono di intraprendere la sua carriera.

“Non mi sento di dare consigli – precisa – ma penso che sia necessario studiare per conoscere e confrontarsi con il mondo, conoscere per condividere le nostre conoscenze per il bene comune, la musica può fare tutto questo. Se ritenete che la musica possa essere la vostra strada, la vostra vocazione, percorretela senza accelerare i processi perché è facile rimanerne delusi”.

Lontano, ma solo fisicamente, dalla sua Basilicata da cui è partito carico di speranze e progetti il maestro Lerra continua a portare la sua regione sempre con sé come ci dice apertamente. “Con me porto indubbiamente le mie origini, il mare, dove trascorrevo e trascorro, quando rientro dai miei viaggi, momenti di riflessione e di ispirazione per i miei progetti e il mio modo di ‘essere Lucano’. Sono molto legato alla mia terra e alle persone che con coraggio e genuinità hanno lottato per renderla quello che oggi tutti noi conosciamo e riconosciamo. Mi piace sempre ricordare un caro amico, una persona che faceva tutto questo, Rocco Brancati, giornalista lucano che ha lavorato tanti anni, promuovendo sempre le nostre bellezze artistiche e le personalità che hanno reso grande questa regione”.

Ricordava spesso il poeta saggista e critico d’arte lucano, Leonardo Sinisgalli che scrisse: “Girano tanti lucani per il mondo, ma nessuno li vede, non sono esibizionisti. Il lucano, più di ogni altro popolo, vive bene all’ombra… Lucano si nasce e si resta”.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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