Per il presidente del gruppo Pdl “l’ordine del giorno approvato alla quasi unanimità, unito al Memorandum e all’articolo 16 del decreto Monti deve essere il punto di svolta che la politica lucana deve dare alla nostra comunità”
“Nell’ultimo Consiglio regionale si è affrontato quello che è stato definito l’architrave del destino della Basilicata: l’utilizzo delle risorse del petrolio”. Ad affermarlo il presidente del gruppo Pdl in Regione, Nicola Pagliuca a parere del quale “l’ordine del giorno approvato alla quasi unanimità, unito al Memorandum e all’articolo 16 del decreto Monti può essere, anzi affermo, deve essere il punto di svolta che la politica lucana deve dare alla nostra comunità e ai nostri corregionali ma, soprattutto, al futuro delle generazioni che verranno. Quello che sembra essere un semplice numeretto, 16, di un normale decreto, invece, è una delle più importanti iniziative per la Basilicata paragonabili alle riforme agrarie del dopo guerra. Questo avviene in un periodo di recessione, in un tempo di crisi e in un mondo alla perenne ricerca di energie”.
“In questi giorni – aggiunge Pagliuca – ho sentito tante opinioni diverse e discordanti; tutte legittime e tutte opinabili. Massimo rispetto per ognuno e sopratutto massimo rispetto per quei cittadini e associazioni che sono contrari alle perforazioni e alle estrazioni del petrolio. Sono i guardiani del ‘potere’ e le loro critiche, le loro segnalazioni, le loro proteste devono far tenere alta la guardia affinché la tutela dell’ambiente e della salute non venga mai meno o sottovalutata. Detto questo, senza alcuna volontà di polemica spicciola, non comprendo le posizioni di partiti politici e di qualche loro esponente della maggioranza che chiedono referendum consultivi o anche la cessazione delle estrazioni petrolifere. Sono arrivati in ritardo, dovevano farlo prima del 1998 e degli accordi Eni-Regione Basilicata e devono, però, anche poi dirci quale sono i modelli di sviluppo alternativi e sopratutto come ovviare ad una mancanza di risorse finanziarie ingenti quali le royalties. Se no è facile demagogia e populismo per attirare voti e basta. Lo affermo francamente: reputo un errore il quesito petrolio sì petrolio no; ormai è tardi e non si può pragmaticamente tornare indietro”.
A parere del capogruppo dell’opposizione “ora il quesito alle quali tutte le forze politiche devono dare soluzioni e risposte risulta essere: come dobbiamo utilizzare le risorse senza cadere negli errori del passato. Il Popolo della Libertà ha risposto a questo e, nella migliore prassi politica, con il lavoro congiunto di parlamentari e consiglieri regionali per portare risultati concreti. Abbiamo iniziato con le prime proposte su alcune questioni: la nostra idea di abbattere i costi della Accise per favorire i cittadini e indirettamente anche creare competitività per le imprese con minori costi per l’energia. Da qui è nata la bonus card e a parte le critiche, spesso strumentali, questo risultato lo difendiamo con forza perchè ha consentito di ottenere dalle compagnie petrolifere il 42 per cento in più di royalties, quindi in livello di royalties che per 10 anni non era stato mai toccato, il 7 per cento per 10 anni era rimasto tale senza che nessuno avesse mai detto nulla. E' diventato dall'oggi al domani, dal 2009, del 10 per cento; il 3 per cento sul 7 per cento significa un incremento del 42 per cento. Tutto questo con pochi parlamentari lucani di una piccola regione italiana. Non bastava e di conseguenza il Pdl ha lavorato per altri più ambiziosi traguardi: il Memorandum prima e poi con l’azione incisiva del sen. Viceconte sul ministero dello Sviluppo Economico alla formulazione dell’articolo 16 del decreto liberalizzazioni che è da reputare innovativo e lungimirante. Portatore di un nuovo principio che stabilisce per prima volta in Italia, epocale oso dire: una parte della fiscalità che lo Stato incamererà, per effetto dello sfruttamento di un giacimento, in questo caso petrolifero, e cioè di una risorsa del territorio, ritorni a quel territorio ma in infrastrutture, ricerca, innovazione e politiche per lo sviluppo”.
“Il Popolo della Libertà – dice Pagliuca – ha lavorato ed ottenuto questo risultato, ha lottato per l’affrancamento definitivo della regione dalla dipendenza assistenzialistica. Del resto il petrolio è una risorsa non rinnovabile, prima o poi finirà e non è possibile più perdere tempo e soldi pubblici in azioni di corto respiro o improduttive. Ci vuole una visione per il futuro e già da ora occorre pensare a come dovrà essere la Basilicata senza petrolio. Io la immagino con strade moderne, con imprese competitive, con istituti di ricerca, con ferrovie più veloci. Personalmente, credo che sia possibile e che sia una meta ambiziosa, certo, ma concreta a patto, però, che si pongano le basi adesso, subito e senza indugio, dato che gli strumenti legislativi ci sono e le risorse finanziarie ci saranno e saranno tante da non permettere più scusanti . Ora è il momento del pragmatismo e della ottima politica per mettere in moto quei meccanismi di inversione di tendenza sullo sviluppo che possono consentire alla regione Basilicata di poter uscire da quel gap di isolamento, di marginalità nel quale sembriamo inesorabilmente ormai collocati e i dati econometrici lo ricordano, sono la sintesi di ciò che è la realtà. Ora è il momento di creare una nuova Basilicata fondata sulla competitività delle imprese, sulla realizzazione dei cluster energetici. Una Basilicata che abbia una politica con azioni differenti dal passato che creano il substrato, le opportunità e che stimolano gli investimenti dal privato e non più dal pubblico: l'imprenditore deve trovare attrattiva la Basilicata perché all'interno di questa regione deve trovare meccanismi positivi, capaci di invertire la tendenza e creare, a quel punto, occupazione stabile. Non più soggetti precari, come i forestali”.
“Il Pdl – conclude Pagliuca – ha lavorato per questo e ne ha messo le basi. Da forza di governo e da grande partito nazionale è riuscito, anche in una Basilicata dove è opposizione, a porre politiche e scelte lungimiranti e a portare risultati concreti. Sia chiaro che non tralasceremo l’azione di controllo e di opposizione oppure non tollereremo che le royalties siano ancora usate per misure assistenzialistiche o di tampone per una governace arcaica ed improduttiva. Al contrario, lanciamo la sfida al centrosinistra a discutere sullo sviluppo e sul futuro della Basilicata, pronti nella dialettica a confrontarci su idee e progetti e, soprattutto, a portare il tutto sul piano della politica e del bene comune. E’ ciò che manca adesso in Basilicata: il confronto e anche lo scontro su visioni e modelli di sviluppo e governo mentre il centrosinistra si è impantanato sulla mera gestione e amministrazione”