“Sia chiaro, non intendiamo unirci al coro di chi, soltanto adesso, si affretta a ‘sparare’… sulla Croce Rossa – è proprio il caso di dirlo -. Il sindacato dei pensionati lucani della Cisl, da anni, lamenta una situazione a dir poco lacunosa rispetto al settore socio-sanitario, denunciando casi che vengono di volta in volta segnalati dagli iscritti e dai cittadini, e che noi cerchiamo di portare all’evidenza pubblica non per spirito distruttivo o disfattista ma piuttosto perché si rifletta, si ragioni, si pianifichi sulle criticità esistenti, auspicando che le istituzioni ascoltino e si confrontino”.Lo affema in un comunicato il segretario regionale della Fnp Cisl Vincenzo Pardi.
“Dunque, – prosegue – chi si indigna soltanto adesso per il crack e i tagli scopre l’acqua calda, a nostro parere. A ben vedere, la situazione che si sta drammaticamente profilando in Basilicata non è figlia del momento o dei tagli della Manovra, ma soprattutto della mancanza di programmazione, di visione strategica, di capacità politica di dare una ottimizzazione e una organizzazione rigorosa al comparto. Le clientele hanno sempre sopraffatto la logica, la “politica” (nell’accezione peggiore) ha spesso invaso il campo del merito.
E così è nato e si è consolidato un sistema prepotente e superficiale, in cui le lunghissime liste di attesa, l’abbandono dei non autosufficienti alle loro famiglie, le carenze dei servizi e il mancato ricorso alle specializzazioni delle sedi ospedaliere si sono trascinati a lungo come problemi “altri”, lontani dai centri di potere. Inascoltati anche i campanelli di allarme vanamente amplificati da chi, come noi, si mantiene in contatto con le istanze reali della popolazione lucana che vive sulla propria pelle i disagi, i disservizi, le anomalie, i soprusi. Parliamo di anziani, pensionati, portatori di handicap, fasce deboli in un mare di difficoltà, in cui spesso è soltanto la famiglia l’unica ciambella di salvataggio.
E’ a loro, adesso, che si devono chiedere ulteriori sacrifici? Sarebbe paradossale, assurdo. Perché non si cominciano a tagliare invece i costi inutili della pubblica amministrazione? Perché non si inizia dalle laute prebende di direttori generali e manager sulle cui spalle pesa la terribile situazione che è chiamato a fronteggiare l’assessore Martorano? Perché non si è mai voluto capire che frenando gli sprechi e eliminando la cattiva organizzazione sarebbero potute emergere quelle eccellenze – Ospedale San Carlo in primis – in grado di attrarre utenza anche da fuori regione? Ora invece il pericolo serio è quello di buttar via l’acqua con tutto il bambino. Non sappiamo se sia troppo tardi, vogliamo e dobbiamo credere che non sia così. La parola d’ordine dovrà essere “la persona al centro della sanità”, tutelando al massimo le fasce più deboli non solo nelle misure che verranno programmate ma anche nelle modalità di accesso ai servizi, a volte troppo complesse per l’utenza.
La coesione sociale, quella che il presidente De Filippo dice di voler raggiungere, – conclude Pardi – si realizza solo con il coraggio di dire basta alle logiche che hanno prodotto questi risultati. Del resto, non si può sistematicamente trasferire sulle generazioni future pesi insopportabili; sarebbe solo un procrastinare il momento – come quello attuale – in cui i nodi vengono al pettine”.
BAS 05