Petrolio: i tre no di De Filippo, ora basta trivelle

Il governatore: “Se io in minoranza torno a fare il professore”

(di Davide De Paola) ANSA Tre ''no'', espressi uno dietro l'altro, all'ipotesi di nuovi pezzi di Basilicata da trivellare: senza ''arretrare di un millimetro'' da questa idea. E se questa diventa una posizione minoritaria, allora il governatore lucano,Vito De Filippo, non ha dubbi: ''Torno a fare con amore il professore di filosofia, perché dietro questa idea non c'è nessun calcolo politico o elettorale'' ma solo ''l'amore per una terra'' che ''ha già dato, e molto, il suo contributo''. E' un De Filippo deciso, quasi granitico, quello che spiega ai giornalisti – insieme agli assessori all'ambiente e alle attività produttive, Vilma Mazzocco e Marcello Pittella – lo stato dell'arte sul petrolio in Basilicata, e il posizionamento, sullo scacchiere energetico nazionale, della Regione. Il punto di partenza riguarda i 24 pozzi attivi, tutti in Val d'Agri (tutti dell'Eni), i 154 mila barili che possono essere estratti ogni giorno, i ''lavori in corso'' della Total per la concessione ''Tempa Rossa'', e il ''memorandum'', che la Regione ha firmato con il precedente governo nel 2011, in cui si ipotizza un aumento delle estrazioni fino a 25 mila barili a lgiorno, ma solo a patto che la Basilicata riceva ''fondi per infrastrutture, per la ricerca e per l'innovazione''. Tutto questo ''è perfettamente compatibile'' con la''moratoria'' a nuove estrazioni approvata all'unanimità dalConsiglio regionale con l'assestamento di bilancio. E qui De Filippo arriva al punto centrale del suo ragionamento. Questo è ''il punto massimo'' a cui possiamo arrivare, ovvero 2.100chilometri in cui si può perforare, e ''non un millimetro oltre'', rispetto anche ad ''altri 15 permessi di richiesta pendenti'' che porterebbero le trivelle su altri 2.324chilometri quadrati (su diecimila totali della Basilicata). In sintesi: la terra lucana ha dato, c'è stato anche un ampliamento che può venire dal memorandum, e la moratoria si applica alle aree ancora ''libere'' e che ''devono avere un'altra vocazione e un altro sviluppo'', secondo De Filippo. Non ci sono ragionamenti politici dietro questa posizione,''o volonta' di elezioni a Roma'', ha evidenziato il governatore lucano, che non ci sta ad essere definito ''quello che ha trivellato la Basilicata'', perché (a fronte di un mandato iniziato nel 2006) gli accordi vigenti sono quelli del 1998 e del 2005, ''per altro non completamente attuati'', e ''da quando ci sono io – aggiunge – non ce ne sono stati altri, solo pochissimi chilometri se ne sono aggiunti''. La Basilicata,quindi, ''ha dato'', conclude De Filippo, e nonostante questo,''sconta ancora un divario secolare con il Paese'', e ''consiglierei al governo di non prendere decisioni senzaconsultare gli enti locali'', e ''in quel caso, se necessario, indiremo anche un referendum''. (ANSA).
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