“Quattro comitatini” a chi? Si è passati dalla banalizzazione dell’invasività delle perforazioni petrolifere dell’ex ministro berlusconiano, Paolo Romani (“in Basilicata stiamo facendo quattro buchi per terra), all’aggressione e delegittimazione di Matteo Renzi ai numerosi comitati di cittadini, insultati dal premier che li ha pubblicamente ridicolizzati”.
Lo sostiene in una dichiarazione il capogruppo M5S al Senato, Vito Petrocelli, secondo il quale si è di fronte “ad aggressione violenta e gratuita proprio perché il primo ministro ha forse capito che la banalizzazione del problema non è più sufficiente a sopire la voglia di partecipazione che, finalmente, viene dai territori”.
Petrocelli parla di “intervento duro contro decine e decine di gruppi volontari che oggi rappresentano l’unica barriera allo strapotere di Eni & soci, visto il fallimento di enti e istituzioni, asserviti dalla politica a tutelare gli interessi dell’industria e non del bene comune, proprio sul controllo delle invasività industriali messe in atto nei territori. Ne sanno qualcosa a Gela, a Taranto, in Val d’Agri, in Valbasento, a Rivara, a Ravenna, nel Sulcis e nelle tante realtà italiane da bonificare”.
“Come ogni aggressione gratuita e improvvisa – dice ancora Petrocelli – anche questa di Renzi nasconde la paura che la consapevolezza dei cittadini faccia saltare gli interessi di cui lui e il suo sistema sono portatori in barba alla certezza che la Basilicata, ad esempio, regione citata espressamente dal premier insieme alla Sicilia, prima ancora di essere una “risorsa” petrolifera per la nazione, è sicuramente uno dei più importanti bacini idrici di superficie e di profondità in Europa e nel Mediterraneo”.