Petrolio,Mazzeo (Idv):tutela salute e ambiente non ha prezzo

Per il consigliere regionale “lasciare una condizione ambientale degradata rappresenta una grave responsabilità che nessuno si deve assumere, anche per le notevoli ricadute che, nell’immediato, ha sulla salute dei cittadini”

“Militare in un partito, ovvero appartenere ad un’alleanza, non significa a mio parere essere chiusi in una ‘gabbia’, che non consente, su alcuni particolari aspetti, di avere un’idea propria, diversa da quella degli altri”. E’ la dichiarazione del vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Enrico Mazzeo Cicchetti (Idv), il quale prosegue affermando che “esistono materie strategiche, come salute, ambiente, acqua, petrolio che vanno affrontate anche al di fuori di ogni possibile mediazione, che la politica usa come normale e legittimo ‘strumento’, nell’affrontare i diversi problemi. L’interesse generale, infatti, viene prima di ogni altra cosa. Per difenderlo non c’è bisogno di creare nuove aggregazioni, ma occorre l’impegno convergente delle tantissime sensibilità esistenti, spesso trasversali. Quando si parla di interesse generale si deve far riferimento a quelli di oggi e di domani. Nessuna delle scelte che si compiono deve ipotecare in qualche modo il futuro, perché viene a togliere la speranza e le prospettive per le nuove generazioni. La terra in cui viviamo, con tutte le sue peculiarità, va tutelata, se possibile migliorata, per i nostri figli e per tutte le generazioni future. Lasciare una condizione ambientale degradata rappresenta una grave responsabilità che nessuno si deve assumere, anche per le notevoli ricadute che, nell’immediato, ha sulla salute dei cittadini. Ieri il miraggio dell’industrializzazione forzata ed intensiva, oggi il petrolio come propulsore principale di sviluppo”.

“La questione petrolio, invece – sottolinea Mazzeo Cicchetti – è punto centrale rispetto alla tutela reale della salute dei cittadini e dell’ambiente in cui questi vivono. Nelle zone dove già avviene un’estrazione di petrolio, ad esempio, i dati che riusciamo a mettere insieme, sulla salute, ci preoccupano; gli stessi rilievi sull’inquinamento, spesso tenuti riservati, non lasciano dubbi. La crisi dell’approvvigionamento energetico alimenta ulteriormente la volontà di uno sfruttamento più intensivo per gli idrocarburi della Basilicata. Pur di raggiungere questo scopo si lasciano intravedere tutta una serie di vantaggi. A questi ultimi fanno sponda i così detti ‘possibilisti’. Purtroppo, esiste una cultura, anche abbastanza diffusa, secondo la quale tutto è possibile, purché il prezzo pagato abbia una sua consistenza. Nel caso nostro, il miraggio di maggiori compensazioni economiche, con un aumento delle occasioni di lavoro, con possibilità di sviluppare e realizzazioni di infrastrutture, in un contesto in cui avvertiamo le conseguenze della crisi in atto, con perdita di posti di lavoro, precarietà, disoccupazione, rappresentano proposte molto allettanti. Ignorando o minimizzando, a mio parere, le conseguenze di uno sfruttamento intensivo del nostro territorio si commette un errore dalle conseguenze gravi. Ecco perché – puntualizza Mazzeo – l’idea di potersi ‘accordare’, prescindendo dalla tutela reale delle persone e dell’ambiente mi preoccupa. La storia dell’industrializzazione della Val Basento, nella quale, oggi, registriamo ‘macerie’, degrado ambientale irreversibile e disoccupazione, deve far riflettere tutti. Anche la propaganda strumentale delle estrazioni sicure e ‘super sicure’ dovrebbe cessare, perché tutti sappiamo che la realtà non ci offre dati assolutamente tranquillizzanti”.

“Ora tocca a ciascuno di noi – sottolinea il vice presidente del Consiglio – uomini di buona volontà, a prescindere dalla collocazione politica, fermare l’assalto e le blandizie delle grandi compagnie petrolifere. Ogni possibile protocollo d’intesa non potrà modificare le prevedibili ricadute delle estrazioni petrolifere. La Basilicata sta pagando un prezzo. Ora basta. Dobbiamo evitare che gli ‘appetiti’ estrattivi trovino sponde tra i distratti, i possibilisti ed i minimalisti che finiscono per alimentare, addirittura, una ‘guerra’ tra campanili per accaparrarsi il pozzo petrolifero. Il ‘no’ a nuove estrazioni penso che debba essere netto e senza possibilità di trattativa. Noi come classe dirigente, di maggioranza o di opposizione, così come quella fuori dalle istituzioni, dobbiamo costruire una forza coesa, in grado di opporsi ai grandi poteri delle società petrolifere. I lucani devono sapere che a possibili vantaggi attuali corrisponde una compromissione del futuro delle prossime generazioni. La battaglia è difficile e l’esito non è scontato”.

“Rispetto alla portata di queste problematiche, mi sembrano fuori luogo ricerche esasperate di ‘primo geniture’ o di esclusività nel contrastare interessi di così grande portata, che a volte possono condizionare i momenti decisionali, ai diversi livelli. Diamo voce, inoltre, e potere decisionale anche alle realtà locali, sulle quali pesano più direttamente le conseguenze dell’attività estrattiva. E’ paradossale – conclude Mazzeo – il tentativo di perforare davanti alle coste del Metapontino, già danneggiate da fenomeni di erosione, con tutte le conseguenze che ben conosciamo, a partire dal turismo. La difesa della salute di un solo cittadino, di un metro di terra e di mare vale l’impegno di tutti noi”.

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