“Circola insistentemente in questi giorni la notizia di una direttiva dei vertici nazionali del Corpo Forestale dello Stato che, nel quadro della razionalizzazione dei suoi presidi territoriali, sopprimerebbe le sedi dei Distretti di Rionero in Vulture e Lagonegro ed i Comandi di Stazione di Ripacandida, Pescopagano e Palazzo San Gervasio”.
Lo affermano in una nota indirizzata al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Giancarlo Galan, e al capo del Corpo Forestale della Stato, Cesare Patrone, i sindaci dell’area Vulture – Alto Bradano: Antonio Placido – (Rionero in Vulture), Roberto Telesca (Atella), Rossella Quinto (Acerenza), Nicola Vertone (Banzi), Giuseppe Mecca (Barile), Francesco Mastandrea (Forenza), Pasquale Vertulli (Genzano di Lucania), Fabrizio Caputo (Ginestra), Antonio Annale (Lavello), Antonio Mastrodonato (Maschito), Rocco Pappalardo (Oppido Lucano), Federico Pagano (Palazzo S. Gervasio), Michele Sonnessa (Rapolla), Giuseppe Annunziata (Ripacandida), Gerardo Fasanella (San Fele) Bruno Tamburiello (Venosa).
“Il Distretto del Corpo Forestale dello Stato di Rionero, sorto alla fine degli anni ’50, – continuano i Sindaci – ha per decenni servito un’area territoriale vasta che dal Vulture si estendeva all’Alto Bradano ed all’Alta Irpinia. Fino alla nascita delle Comunità Montane, il Distretto ha gestito al servizio di tutta quest’area anche le sistemazioni idraulico – forestali e, in epoche più recenti, ha comunque svolto, per l’intero territorio, compiti di protezione civile con particolare riferimento alla prevenzione degli incendi.
L’area del Vulture è, obiettivamente, situata al crocevia di Puglia e Campania: Regioni dalle quali sovente prendono le mosse traffici che necessitano di controlli rigorosi e vigilanza adeguata anche in considerazione delle peculiarità degli equilibri ambientali di questa parte della Regione (bacino idrominerario), come risulta anche dalle numerose indagini aperte dalla Procura della Repubblica.
Se il presidio di Rionero venisse meno (con le sue funzioni di coordinamento, indirizzo e controllo) resterebbero in piedi soltanto i Comandi di Stazione di Rionero, Melfi e San Fele, con un presidio operativo ridotto a poche decine di agenti.
Non altrettanto accadrebbe nel Lagonegrese dove la presenza operativa attuale è già stata fortemente incrementata per effetto dell’istituzione dell’area protetta della Val d’Agri che si aggiunge a quella già esistente del Pollino.
Ecomafie e crimini ecologici sono, purtroppo, fenomeni sempre più largamente diffusi e di drammatica attualità anche presso quest’area, che non può essere privata di un presidio che è appena sufficiente a garantire una vigilanza adeguata.
Si invitano Provincia e Regione – conclude la nota – a sostenere la protesta dei Sindaci del Vulture perché non si compia quest’ulteriore atto di impoverimento del nostro territorio, che avrebbe il significato inquietante ed inequivocabile di un allentamento dell’indispensabile azione di contrasto di avventurieri di ogni risma e criminali di professione”.
BAS 05