La norma, proposta ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, è di iniziativa dei consiglieri Polese, Braia, Sileo, Baldassare, Giorgetti, Aliandro, Leggieri, Quarto, Bellettieri e Cifarelli
La proposta di legge “Riconoscimento del diritto all'oblio oncologico – Disposizioni in materia di parità di trattamento delle persone che sono affette da patologie oncologiche”, proposta ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, di iniziativa dei consiglieri Polese, Braia, Sileo, Baldassare, Giorgetti, Aliandro, Leggieri, Quarto, Bellettieri e Cifarelli e sottoscritta in aula da Perrino e Fuina, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Basilicata.
Si tratta di una iniziativa regionale a sostegno di una proposta parlamentare già presentata da numerosi deputati e senatori. “L’intento – si legge nella relazione di accompagnamento al testo normativo – è, nella consapevolezza che si tratti di una materia nazionale, di stimolare il dibattito pubblico al fine di rafforzare la proposta di legge in Parlamento. Nello specifico la legge affronta una questione molto delicata e sempre più avvertita nella coscienza civile e nel dibattito pubblico in Italia e in Europa: il diritto di coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche a non subire, dopo la guarigione, discriminazioni a causa del loro stato di salute, in particolare per ciò che riguarda l'accesso ai servizi bancari e assicurativi e alle procedure di adozione. A oggi le prassi contrattuali contemplano la possibilità di svolgere indagini sullo stato di salute dei contraenti e dei richiedenti che determinano spesso l'imposizione di oneri ulteriori rispetto a quelli normalmente e normativamente previsti, oltre a incidere in modo specifico sulla valutazione del rischio dell'operazione e della stessa solvibilità del consumatore”. Con la legge si ritiene che questa “sia una discriminazione” e si chiede, così come fatto da alcuni Paesi della Comunità europea (Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo) che anche il nostro Paese si faccia carico di prevedere precise misure legislative per il superamento di tali indagini sulla storia clinica, trascorso un determinato periodo di tempo dalla guarigione.
La norma si allinea anche alla risoluzione specifica del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 in cui si chiede che entro il 2025 tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei dopo 10 anni dalla fine del trattamento e fino a 5 anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età. La legge infine si allinea alle campagne di sensibilizzazione sul tema portate avanti da alcune tra Fondazione e associazione come AIOM, AIL, SIE, AIEOP, IncontraDonna, aBRACadabra e APAIM.