“Ridefinire il sistema della rete degli ospedali con il consenso e la condivisione delle comunità locali”
“La vicenda dell’Ospedale di Tinchi con le proteste popolari da un lato e il lungo ed appassionato dibattito in Consiglio dall’altro, testimonia le difficoltà della politica ad affrontare le questioni che riguardano la vita quotidiana della gente. Nello specifico, inoltre, si registra la difficoltà di costruire intorno ad un progetto di riforma, di riorganizzazione, di ridefinizione del sistema della rete degli ospedali nella nostra regione, consenso e condivisione che sono elementi fondamentali per procedere all’adeguamento e al miglioramento del servizi e delle prestazioni sanitarie sul territorio che è poi quello che la gente ci chiede realmente”. Ad affermarlo è il capogruppo Sel (Sinistra Ecologia e Libertà) in Consiglio regionale, Giannino Romaniello, il quale ribadisce che “la politica, il Consiglio regionale, non possono discutere su un tema importante come quello della riforma del sistema sanitario della nostra regione, dietro le pressioni e cercando di soddisfare nel modo migliore possibile i cittadini che protestano”.
“Credo – dichiara Romaniello – che, se da una parte, non possiamo prendere decisioni sulla base delle pressioni, o peggio ancora sotto il ricatto di qualcuno, sia esso medico o politico, dall’altra, dobbiamo prendere atto che è necessario e fondamentale fare delle scelte, all’interno di un progetto complessivo, che rispondano prima di tutto alle esigenze, ai bisogni delle nostre popolazioni, superando localismi e lobby che, troppo spesso, specie nel settore della sanità, hanno portato le istituzioni a fare scelte dimostratesi poi sbagliate”.
A parere di Romaniello “non è possibile mantenere il sistema della rete ospedaliera della nostra regione così com’è, ma non per questo devono essere chiuse le strutture. Penso – aggiunge – che bisogna realizzare un processo di trasformazione, di rifunzionalizzazione di alcune strutture e questo va fatto partendo con ed in rapporto diretto con i cittadini, dentro una idea di territori che collaborano tra loro, così come deve avvenire per le strutture sanitarie, condizioni quest’ultime, necessarie per innalzare la qualità della sanità nell’attuale quadro di restrizione delle risorse economiche, anche a seguito dei tagli del Governo nazionale”.
“Vi sono ospedali nella nostra regione – continua l’esponente Sel – dove noi avevamo mantenuto le sale operatorie, avevamo mantenuto alcuni reparti e non c’era nessun cittadino che, anche per fare un semplice intervento, sceglieva il ricovero in quei reparti. Anzi, la mia opinione è che dobbiamo affrontare il tema della rifunzionalizzazione della intera rete ospedaliera discutendo anche sul ruolo dell’ospedale San Carlo che, non va sottovalutato, forse ha problemi di bilancio e ‘regge’ perché fa anche una serie di attività, oltre a quelle proprie di alta specializzazione, attività che dovrebbe svolgere la medicina sul territorio. Mi auguro – afferma ancora Romaniello – che sia stata, quella del Consiglio regionale del 27 luglio, l’ultima volta in cui abbiamo discusso dei temi della trasformazione delle funzioni di una struttura sanitaria, come nel caso di Tinchi, a seguito di una iniziativa di lotta. Ciò perchè la politica ha il dovere, maggioranza ed opposizione, quando le comunità sollevano un problema, di affrontarlo, di discuterlo e di provare a trovare una sintesi e subito dopo ha, anche, la responsabilità di decidere. La concertazione intesa come momento di confronto e di discussione, di valutazione e di rispetto delle posizioni di tutti deve sempre ed in ogni occasione, rappresentare un punto fondamentale di metodo e di merito per la costruzione di soluzioni dei problemi, fermo restando, una volta conclusa, l’assunzione di responsabilità di ognuna delle parti in causa”.
“Per questo – sostiene Romaniello – ritengo indispensabile che la Giunta regionale avanzi una proposta in tempi rapidi per discutere di tutta la partita relativa alla questione della rifunzionalizzazione degli ospedali esistenti e che si affronti con serietà la questione relativa alla razionalizzazione dei costi, perché noi abbiamo un problema di deficit che è consistente. A me interessa molto che si riducano le liste di attesa, mi interessa molto che il rapporto posti letto-popolazione, nella nostra regione, sia in sintonia con quello di realtà più significative e più virtuose, considerato che in Basilicata registriamo un rapporto assolutamente impari fra posti letti e popolazione. Abbiamo poco più di 4 posti letto per mille abitanti, è chiaro, quindi, che questo tema lo dobbiamo affrontare modificando il rapporto fra spesa ospedaliera e spesa per la prevenzione e medicina territoriale. Di qui la sollecitazione: lavoriamo, maggioranza ed opposizione, ad una discussione accelerata nelle Commissioni, e poi in Consiglio, che provi a fare il punto sul piano sanitario regionale e a costruire intorno a quella ipotesi, qualora fosse condivisa da tutti, ma se ciò non fosse, non sarebbe un dramma acquisito il fatto che, ognuno per la sua parte, dovrà decidere ed esplicitare ai lucani la propria proposta attraverso il necessario coinvolgimento e partecipazione dei cittadini e delle comunità locali ”.
“La sintesi che si stava raggiungendo fra i capigruppo del Consiglio – conclude Romaniello – non raggiunta per ragioni diverse da quelle di merito, deve rappresentare il punto da cui partire nel confronto e sicuramente era ed è più avanzata di quanto proposto da due mozioni le cui finalità erano più rispondenti a ragioni politiche che di difesa del futuro di Tinchi”.