“Con riferimento alle questioni connesse all’obbligo di esercizio di funzioni fondamentali, così come imposto dal dl 78/2010 e aggravato dall’irrazionalità dell’art. 16, appare evidente che le stesse possono essere assolte sia attraverso le Unioni di Comuni sia attraverso le Convenzioni ai sensi dell’art.30 del T.U. L’ANCI, come noto, sin dall’inizio ha condotto una pressante battaglia in difesa dell’autonomia dei piccoli Comuni, sostenendo per questo entrambe le possibili forme associative purché però condivise dai Comuni”. I problemi creati dall’art. 16, in particolare, sono ben noti a tutti gli Amministratori dei piccoli Comuni e la possibile revisione dell’art. 16 che l’ANCI chiede da mesi, dopo le proroghe che abbiamo ottenuto per tamponare la situazione, potrebbe rappresentare certamente un passo in avanti rispetto al punto di partenza dato. In sintesi, grazie anche al lavoro condotto dall'ANCI con il Ministero dell'interno, verrebbe riconosciuta la possibilità dei comuni da 0 a 5000 abitanti di scegliere la loro forma associativa, eliminando tra l'altro, l'irrazionale barriera tra sotto e sopra i 1000 abitanti che molto ha fatto discutere in questi mesi.
Così il Sindaco di Potenza e Responsabile Anci per il Mezzogiorno, Vito Santarsiero, il quale aggiunge che “notoriamente l’ANCI si è sempre battuta e continua a battersi a favore dei piccoli comuni nonché per favorire, nella gestione, una libera scelta tra le varie forme possibili. Francamente non comprendiamo la sterile polemica messa in campo dall’A.N.P.C.I. speculando su un comunicato stampa che meritava eventualmente solo di essere meglio puntualizzato.
In questo momento – continua Santarsiero – c’è l’obbligo solo di unità nel sostenere la causa dei Comuni e l’ANCI da sempre non solo è al fianco delle Amministrazioni Comunali, dei loro interessi e di quelli dei cittadini, ma con grande lealtà ha aperto da tempo la propria casa e le proprie iniziative a tutti nella ricerca del Bene dei Comuni e dei Cittadini."