“Ciò che oggi non si fa per la scuola porterà domani ad avere un’Italia con meno opportunità di lavoro, in particolare per le nuove generazioni. Questo vale ancor di più nel Mezzogiorno e in Basilicata. La cultura, il sapere, la conoscenza, la ricerca scientifica rappresentano le leve fondamentali per far ritornare a crescere il Paese, per credere ancora che davanti a noi ci sia un futuro migliore”.
E’ questa la premessa della lettera inviata oggi dal presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza
al sottosegretario al Ministero dell'Istruzione, Guido Viceconte al quale ha chiesto un incontro su alcuni temi strategici che riguardano il futuro della scuola e che possono rappresentare la base per costruire un proficuo dialogo istituzionale nell’interesse precipuo del territorio lucano.
“ Non si tratta – scrive Lacorazza – di rifiutare una sfida che tenga conto della qualità, dell’efficienza e dell’efficacia, ma di affermare che una visione aziendalistica non può mettere in discussione diritti uguali ed esigibili da parte di tutti i cittadini. Quello che è accaduto negli anni scorsi e che oggi interessa le scuole secondarie è un taglio indiscriminato che, in maniera strisciante, attua un federalismo nel quale la qualità dell’impiego delle risorse pubbliche passa in secondo piano rispetto all’idea che, sui diritti e sui bisogni, occorra arrangiarsi alla meglio.
Il progetto “scuole sicure in scuole ecologiche”, proposto dalla Provincia di Potenza – si legge ancora nella lettera -rappresenta un altro nodo strategico da discutere con Viceconte e sul quale instaurare ampie sinergie. Affinché la Provincia di Potenza possa realizzare gli obiettivi del progetto è necessario raccogliere anche l’impegno e il sostegno del Ministero, per estendere il nuovo modello, come progetto pilota, ad altre province e ai comuni. Attraverso la realizzazione di un progetto per la scuola lucana, noi vorremmo quindi superare la fase dell’esclusiva, anche se necessaria, rivendicazione di maggiori risorse per dare una concreta risposta di sicurezza delle nostre strutture”.
Ed è proprio il tema della sicurezza a costituire il terzo e conclusivo argomento della lettera di Lacorazza che sottolinea alcuni aspetti relativi “alle risorse disponibili ai sensi della legge 23 del 1996 sull’edilizia scolastica, al blocco dei fondi FAS e dei 770 milioni di euro, previsti dalla delibere CIPE del 6 marzo 2009, frutto di un’intesa sull’edilizia scolastica finalizzata a prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità degli edifici scolastici. Fondi ridotti, perché già usati per le scuole in Abruzzo e per una scuola di Parma, da 1,000 milioni di euro a circa 773.578.550 euro. Nell’ultima conferenza delle Regioni, come ha dichiarato il presidente Vito De Filippo nei giorni scorsi, si è discusso – sottolinea ancora Lacorazza – di un primo stralcio, di 350 mln di euro, del piano complessivo dell’edilizia scolastica ed è stata ribadita la necessità di reintegrare le risorse del Piano con fondi pari a 650 mln di euro. Non è più possibile rinviare, in ogni caso, da parte del Cipe il trasferimento ai Comuni e alle Province delle risorse straordinarie, tali da consentire interventi immediati sulle scuole, dato che il 31 dicembre 2009 è scaduto il termine per il completamento delle opere di messa in sicurezza e adeguamento degli edifici scolastici. Opere essenziali per garantire la sicurezza degli istituti scolastici e dei ragazzi che li frequentano, ma anche utili per immettere risorse preziose nel circuito produttivo locale e contribuire, così, ad arginare la preoccupante emergenza occupazionale”.
Lacorazza ha dunque chiesto per i prossimi giorni “un incontro al sottosegretario per ribadire l’impegno della Provincia sui progetti in campo, ma anche per sollecitare la necessità di una nuova spinta progettuale a sostegno di Province e Comuni, che chiami tutti a fare la propria parte non solo guardando a ragazzi e studenti come unici beneficiari delle azioni da accelerare, ma anche per dare nuova linfa ad un sistema di opportunità tanto per i giovani quanto per piccole e medie imprese dei nostri territori”.
BAS 05