Seminario su adozioni, Giuliano: utile momento di confronto

All’incontro ha preso parte il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza. Intervenute Donata Larocca, vicepresidente del GVS, Antonella Sibio, ricercatrice socio-pedagogica e Claudia Datena, dirigente dell'Ufficio scolastico regionale

&ldquo;Il Seminario sulle adozioni&nbsp; &egrave; stato un positivo confronto tra scuola e istituzioni, nell&rsquo;attesa che la Regione dia le linee di indirizzo in grado di fornire utili suggerimenti&rdquo;. Questo il commento del Garante per l&rsquo;Infanzia e l&rsquo;Adolescenza di Basilicata a margine dell&#39;incontro, sottolineando &ldquo;particolare apprezzamento per il risultato del Seminario dedicato alla legge che regola le adozioni dei minori. Seminario al quale seguiranno &ndash; ha comunicato – incontri mirati con le famiglie, le scuole, i Comuni dove risiedono i minori adottati per programmare iniziative individualizzate e personalizzate&rdquo;.&nbsp;<br /><br />&ldquo;Le adozioni &ndash; ha continuato Giuliano – hanno prima di tutto il loro valore sociale: questo il senso precipuo del seminario da considerare un utile momento di confronto delle posizioni emerse&rdquo;.<br /><br />Ai lavori &egrave; intervenuta Donata Larocca, vicepresidente del Gruppo Volontariato e Solidariet&agrave; che opera a Potenza ed ha contatti a livello internazionale. Larocca ha evidenziato &ldquo;l&rsquo;assenza di dati relativi alle adozioni, sostenendo che gli unici elementi di riferimento sono quelli della banca dati del Gvs: 60 bambini adottati dal 1995 al 2000. Mentre dal 2001 al 2013 le adozioni hanno raggiunto quota 228&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tema centrale &egrave; da considerarsi, tuttavia&nbsp; il ruolo della scuola, della famiglia e della societ&agrave;&rdquo; sul quale si &egrave; soffermata&nbsp; Antonella Sibio, ricercatrice psicopedagogica. &ldquo;Un aspetto &ndash; ha sottolineato – che riassume compiti e ruoli, ma mette anche in evidenza le responsabilit&agrave; collegate alla mancanza di un interesse sociale e culturale per l&rsquo;inclusione dei minori adottati. Minori provenienti spesso da Paesi esteri e con difficolt&agrave; spesso insormontabili per raggiungere anche dei livelli minimi di partecipazione alla vita della scuola, per riuscire a trarre vantaggio dall&rsquo;insegnamento. La societ&agrave; &egrave; spesso assente. Al massimo considera l&rsquo;integrazione un problema &lsquo;tecnico&rsquo; che compete a determinati organi del mondo dell&rsquo;istruzione. In realt&agrave; cos&igrave; non &egrave;, giacch&eacute; la presenza nella scuola dei bambini adottati dovrebbe corrispondere a una capacit&agrave; di valutazione e di analisi delle singole personalit&agrave;&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ecco l&rsquo;importanza di linee di indirizzo &ndash;&nbsp; ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza&nbsp; – in modo da evitare che il peso e le responsabilit&agrave; possano esclusivamente pesare sulla scuola&rdquo;.<br /><br />Obiettivo largamente condiviso anche dal dirigente dell&rsquo;Ufficio scolastico regionale, Claudia Datena, che &ldquo;pone in primo piano la necessit&agrave; di un progetto educativo individualizzato, con un percorso didattico corrispondente alle esigenze di ciascuno degli allievi, soprattutto nel caso in cui gli alunni presentano difficolt&agrave; di apprendimento&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il tema delle adozioni deve essere rilanciato – ha concluso il Garante – poich&eacute; si registra un forte calo rispetto al passato. Sarebbe pi&ugrave; utile&nbsp; sostenere queste iniziative piuttosto che perdersi in qualche &lsquo;utero in affitto&rsquo;&rdquo;.<br />

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