Discussi gli indirizzi metodologici illustrati dal coordinatore scientifico mentre ci si prepara a nominare, in breve tempo, i membri del comitato tecnico-scientifico
La passione per il proprio territorio e il tecnicismo di un piano aperto: ecco i due elementi che dovranno essere alla base dei futuri passi del Piano Strutturale Intercomunale dell’ambito della Val d’Agri. Il documento preliminare di indirizzo metodologico, redatto dal coordinatore scientifico Mario Coletta professore ordinario di urbanistica all’Università di Napoli Federico II, è stato presentato all’insediamento della consulta tenutasi ieri a Potenza presso la Sala Verrastro alla presenza dei 22 sindaci interessati, del commissario del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese Domenico Totaro, del presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e del presidente della Giunta regionale Vito De Filippo.
Due ore per approfondire il documento alla base del Piano Strutturale Intercomunale che dovrà affrontare almeno quattro sfide nel suo percorso sperimentale: l’estensione territoriale che lo caratterizzerà come strumento di area vasta, l’assenza o l’incompletezza della pianificazione sovraordinata, l’incidenza di programmazioni parallele in corso di formazione ed infine l’obsolescenza di una parte della pianificazione comunale.
“Il piano in una logica di città-comprensorio – ha spiegato il coordinatore scientifico Mario Coletta – dev’essere individuato come uno strumento aperto che possa permettere a territori distanti tra loro di avere gli stessi servizi e le stesse attrezzature che possiede una città. Le conoscenze tecniche dovranno essere solo il punto di partenza per la costruzione del piano che non può prescindere dalla passione per il territorio, unica vera arma per far sì che più individualismi diano risalto alla collettività”.
Nello specifico il piano si distinguerà per una componente strategica ed una strutturale, la prima a contenuto politico-programmatico che individuerà le risorse territoriali e le strategie per valorizzarle, la seconda per definire l’organizzazione fisica e l’assetto funzionale da predisporre per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il PSI, infatti, si dovrà far carico di individuare i poli territoriali da potenziare e da caratterizzare mediante un’equilibrata distribuzione dei servizi, degli spazi e delle funzioni pubbliche. D’altro canto però, si attrezzeranno i territori periurbani con le adeguate infrastrutture stradali e con aree verdi, affinché si ricuciano i margini urbani, si riutilizzino gli spazi agricoli interclusi e si potenzi il sistema dei trasporti pubblici.
“Il Piano Strutturale Intercomunale – ha sottolineato il dirigente della Struttura di Progetto, Francesco Pesce – è una prima sperimentazione di un processo condiviso di pianificazione su scala urbana di un territorio composto da 22 comuni. Sarà solo la voglia di mettere in piedi uno strumento atto a favorire la crescita dell’area che permetterà al Piano di decollare, tenendo in debita considerazione anche gli strumenti programmatici che già sono stati redatti o sono in fase di redazione”. La consulta ha definito le modalità per la nomina dei rappresentanti tecnici che comporranno il comitato tecnico-scientifico, impegnato nei prossimi mesi in incontri mirati volti alla discussione del programma.
bas 06