Simonetti (Csres) su sede del Consorzio Asi Potenza

"L'industria del fitto gestita dagli enti pubblici si potra' arricchire di una ulteriore esperienza. Il Consorzio Industriale della Provincia di Potenza cerca casa! Dopo l'acquisto della sede di Tito, a suo tempo realizzata nel 1988 con risorse pubbliche, da parte della stessa Regione, gli amministratori e dirigenti hanno pensato bene di passare dal fitto attuale, contratto con via anzio, a quello con privati. il bando per la ricerca della nuova sede scade ad aprile, occorrono circa 800 metri quadrati con almeno un parcheggio per quaranta macchine". Lo dichiara in un comunicato Pietro Simonetti, presidente Centro studi e ricerche economico sociali. 
"Attualmente – prosegue –  gli uffici dell'Asi occupano una parte dei circa 1700 metri della sede acquistata dalla regione per "tonificare" le casse esauste dell'ente: alcuni piani sono da tempo vuoti e sono vuoti anche gli ex uffici Asi di Potenza. Sono vuoti e non utuilizzati nell'area di Tito molte strutture,  alcune in curatela fallimentare da decenni, che potrebbero essere recuperati dall'Asi utilizzando l'art.lo 63 della legge 440 del 1988, cosi come e' accaduto per alcune strutture nell'agglomerato di Potenza. Invece di rimanerre in fitto, da "ecquo canone", con la Regione e praticare la missione di recupero delle aziende vuote,  fallite, chiuse, si sceglie, come vorrebbe fare il comune Potenza con il Tribunale e l'Asp con una parte degli ambulatori, la pratica della finanzia affittuaria per il piacere dei privati e dei curatori fallimentari. La manovra – aggiunge Simonetti –  prevederebbe anche il trasloco, nel sito regionale, di Basilicata Innovazione. Tutto cio e'
possibile possibile da subito, salvo norme contrattuali a suo tempo definitite con il privato locatore, negli attuali uffici vuoti. Ecco un tema per l'Assessore Pittella,che dovrebbe garantire il controllo su Asi.
L'assessore ha iniziato una meritoria ricognizione sul sistema manifatturiero. E' il caso che lo faccia anche sul funzionamento dei Consorzi e sul recupero dell'ingente patrimonio: oltre 100 capannoni vuoti e non utilizzati, a partiire dalla Felandina di Bernalda e per recupero degli investimenti, oltre 40 milioni dell'accordi di programma ancora nelle casse del Ministero dell'Economia, dei circa 150 miliardi di vecchie lire incassati dai governi con le revoche dei finaziamenti post trerremoto. In testa la Sinoro, azienda orafa cinese mai entrata in produzione: oltre 11 milioni di euro da riutilizzare ma anche da incassare".

BAS 05

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